I rappresentati di ANCI hanno incontrato ieri presso il Ministero dell’interno il sottosegretario del dicastero Gianpiero Bocci: quest’ultimo si è impegnato a valutare l’opportunità di sostenere un intervento normativo sulle questioni di maggior rilevanza e urgenza in merito alle questioni del dissesto e pre-dissesto, da recepire già nella prossima Legge di Bilancio.
All’incontro ha partecipato una nutrita delegazione ANCI, guidata dal Presidente del Consiglio nazionale dell’Associazione e sindaco di Catania, Enzo Bianco, composta dal Segretario Generale Veronica Nicotra, da tecnici del dipartimento Finanza Locale dell’IFEL e da sindaci ed amministratori dei principali Comuni in dissesto e pre-dissesto (tra cui Benevento, Catania, Messina, Napoli, Pescara, Pizzo Calabro, Potenza, Reggio Calabria e Rieti).
Il ministero dell’Interno ha considerato condivisibili le richieste dell’Associazione finalizzate in primo luogo a garantire anche agli enti in riequilibrio la possibilità di ripianare in 30 anni la quota di disavanzo derivante dalla revisione straordinaria dei residui ex art. 243-bis, comma 8 lett. e) del TUEL. Inoltre, segnali di apertura si sono registrati anche con riferimento alle richieste di snellire gli strumenti previsti a supporto del riequilibrio (con particolare riferimento alle misure richieste per accedere al Fondo di rotazione), di introdurre ulteriori soluzioni per accompagnare il riequilibrio (tra cui la possibilità di definire transattivamente i debiti con l’Erario, possibilità peraltro già prevista per gli enti in dissesto), nonché di avvalersi della delegazione di pagamento per i debiti verso creditori privati, con la possibilità di concordare con il delegato la rateizzazione fino a 30 anni.
Con specifico riferimento al dissesto, il sottosegretario si è mostrato disponibile a valutare l’opportunità di estendere anche ai Comuni fino a 20.000 abitanti la facoltà di predisporre un’ipotesi di bilancio che garantisca l’effettivo raggiungimento dell’equilibrio in un periodo massimo di tre anni, al fine di rendere concreta e sostenibile l’adozione di misure in grado di riportare il bilancio dell’ente in una condizione di equilibrio, così come già previsto per i comuni con oltre 20.000 abitanti.
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