Pedaggi, via alla stangata sui pendolari anche 120 euro al mese tra casa e lavoro

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Repubblica
1 Luglio 2010
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ROMA – Non sarà una stangata, ma per molti è già il “balzello di Tremonti”. Iniquo, intollerabile e in un periodo di crisi. Il doppio rincaro delle tariffe, in vigore da oggi sulle autostrade italiane, ha fatto arrabbiare proprio tutti: sindaci, commercianti, cittadini. E tra ricorsi al Tar e barricate ai caselli, a pagare di più alla fine saranno i pendolari. Chi vive, cioè, alle porte delle grandi città e, ogni giorno, su tangenziali, raccordi, anelli è costretto alla transumanza per lavoro o studio. Andata e ritorno, cinque giorni a settimana, costeranno anche 120 euro al mese. L’aumento è dunque doppio: quello generale (fino al 5%) che colpisce tutte le tratte (un millesimo al Km per le auto, 3 per i camion) e quello nuovo che renderà a pagamento 1.270 chilometri di strade fino a ieri gratuite. Entrambi a vantaggio dell’Anas (83 milioni l’incasso 2010): il primo per i maggiori canoni chiesti alle concessionarie private, il secondo «a riduzione del contributo statale», cioè minori trasferimenti. «Noi non ci guadagniamo un euro», fanno sapere da Anas che con il suo presidente Pietro Ciucci assicura: «Non è una stangata», visto che il viaggio Roma-Milano in fondo «costerà solo 50 centesimi in più». In realtà, dai calcoli di Autostrade per l’Italia, sono 1,80 euro in più per le auto, balzello compreso, e 4,40 in più per i camion. Ma come funzionano i nuovi pedaggi? Le tariffe forfettarie intanto sono di 1,20 euro per le auto e 2,40 per i camion (1 e 2 euro più Iva). Un po’ più basse per le piccole tratte, perché non possono per legge superare il 25% di quanto dovuto in totale: se il ticket è di un euro il rincaro lo porterà a 1,25. I balzelli si pagheranno nei 26 caselli indicati dal decreto, in entrata ed uscita. Ad esempio, chi arriva a Roma da A1 (nord o sud), A12, A24 paga una quota in più, quella del Raccordo anulare, ai 9 caselli di accesso alla città, sommando il balzello al normale ticket. Chi parte da Roma, deve comunque la quota Gra che pagherà al casello di uscita, qualunque esso sia. Se parto da Roma, direzione Bologna, pagherò a Bologna. Per la Roma-Milano, si passa da 33,10 euro a 34,90. Per la Roma-Firenze Certosa, si paga due volte il balzello: una in “quota Gra”, l’altra in quota Firenze-Siena, altra strada Anas sottoposta al salasso: i 14,80 euro di ieri, oggi lievitano a 17,50. I paradossi, però, si sprecano. A Torino, ad esempio. La strada per l’aeroporto di Caselle, oggi strada Anas gratuita e non dotata di caselli propri, incasserà l’obolo da quelli della tangenziale: Settimo, Falchera, Bruere. Ma se si prende dal centro della città, la strada per Caselle è ancora gratis. Un operaio che vive a Settimo e lavora nell’indotto auto di Rivoli, invece, paga 20 centesimi in più: da 1,10 a 1,30. Tutti i giorni, due volte al giorno. Ancora, chi vive a Fiano Romano, al nord della capitale, e lavora sulla Salaria, esce di solito a Settebagni, dunque neanche sfiora il Gra, ma dovrà versare il balzello perché Fiano Romano è nell’elenco dei caselli “piovra”. Sempre a Roma, chi entra da est e usa la A24 per venire a lavorare o studiare in città, non si serve del Gra eppure verserà di più. Ancora, la Roma-Fiumicino verrà pagata da chi si serve della Roma-Civitavecchia, perché lì ci sono i caselli, ma certo non è diretto in aeroporto. Senza parlare delle merci. Secondo la Cna, l’aggravio per il settore sarà di 3 milioni di euro l’anno solo su Roma, dove ogni giorno circolano 35 mila mezzi pesanti: di questi, 15 mila entrano dai caselli. I sindaci del Chianti, domani presidieranno il casello di Firenze-Certosa, nel giorno del Palio. Anche lì chi utilizza quel passaggio ed è diretto in Chianti, non usa la Firenze-Siena, ora non più gratuita, eppure deve sborsare il relativo balzello. Per finire, il capolavoro. La Salerno-Reggio. Percorrerla gratis è ancora possibile: basta evitare i caselli di Cava de’ Tirreni e Nocera ed entrare o uscire a Battipaglia. Semplice.

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