Per passare dalle minacce ai fatti, l’aumento di addizionale Irpef (0,3%) e dell’Irap (0,15%) annunciato dal governo deve ora attivare le procedure di legge, che passano dalla diffida del presidente del consiglio e da un successivo provvedimento delle regioni. Sembra questa la strada da seguire dalla lettura dell’articolo 2, comma 86, della legge 191 del 2009, che nel fissare gli aumenti rinvia all’iter fissato dalla finanziaria 2005 (articolo 1, comma 174, della legge 311/2004). Questo rinvio comporta un coordinamento sulle modalità da seguire per legittimare l’aumento delle imposte. Le ipotesi possono essere queste: in primo luogo, le regioni (Lazio, Campania, Molise e Calabria) possono autonomamente deliberare l’aumento delle aliquote sulla base del mancato rispetto del piano di rientro. In mancanza di questo provvedimento, è prevista una diffida da parte del presidente del consiglio; a questo fine, il comma 174 richiama un termine del 30 aprile dell’anno successivo a quello di riferimento. A seguito della diffida le Regioni hanno tempo 30 giorni per adottare i provvedimenti. Ad ogni modo, una volta scattati gli aumenti, le buste paga dei dipendenti residenti nelle quattro regioni subiranno una trattenuta che può aumentare anche di circa 600 euro l’anno nel caso di un dirigente. Prendiamo ad esempio la regione Lazio; un operaio di 5° livello del settore industria, che ha prodotto un reddito 2009 di 24.282 euro, ha pagato nel 2010 un’addizionale di 339,46 euro. A reddito invariato, lo stesso lavoratore pagherà nel 2011 un importo pari a 412,71 euro, quindi una maggiore imposta di 72 euro. Il sostituto di imposta provvederà a suddividere la somma in 11, 10 o 9 rate, in base al momento in cui verrà effettuato il conguaglio di imposta 2010. Per un impiegato con reddito di 48 mila euro (2.400 euro mese) la maggiore imposta sale a 143 euro l’anno. Questo aumento produrrà un minore netto in busta di circa 13 euro al mese per ciascuna rata (143 diviso 11 rate). Al dirigente con un reddito di 188 mila euro la maggiore trattenuta annua è di 565 euro con un minore netto mensile di 51 euro.
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