I tagli si faranno, e tutti. Ma le regioni virtuose, quelle che hanno i conti in ordine, potranno sottrarsi alla mannaia che calerà invece per chi è stato spendaccione. A decidere delle riduzioni di spesa saranno gli stessi enti locali in Conferenza. È questa, al momento, la mediazione raggiunta in senato tra le ragioni delle Regioni e quelle Tesoro, sintetizzata nell’emendamento del relatore della manovra, il presidente della commissione bilancio, Antonio Azzollini. Il correttivo, a cui ieri la Bilancio ha dato il via libera, non scalfisce minimamente il saldo finale: 8,5 miliardi in meno di trasferimenti agli enti locali in due anni, 4,5 miliardi a regime. Ancora in attesa di essere ricevuti dal premier (situazione che ha accresciuto il nervosismo istituzionale), domani in conferenza unificata i presidenti avranno un primo faccia a faccia con il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. E suona come un arrotar di lame la convocazione, per oggi, degli stati maggiori di Regioni, Comuni e Province che minacciano sempre la restituzione allo stato di tutte le deleghe ricevute con le leggi Bassanini. La tensione insomma resta alta. La maggioranza parlamentare intanto è mandata in avanscoperta sui correttivi. Con l’obiettivo di porre il voto di fiducia proprio sul testo che uscirà dalla Bilancio. In questo modo si potrà dire che è stato rispettato il ruolo del parlamento, anche come sede di mediazione rispetto alle istanze giunte dalla società civile e dall’opposizione, e, al tempo stesso, il governo si riserva la possibilità di smentire l’ennesimo «refuso». Ancora ieri il relatore della manovra era a via XX Settembre per un nuovo vertice sugli ultimi emendamenti a sua firma, a partire dalla retromarcia sull’invalidità. La proposta Azzollini ripristina i vecchi tetti per l’accesso alle pensioni di invalidità, controbilanciati da un incremento dei controlli. In linea con le istanze del Tesoro, spunta un altro correttivo sui fondi per i trattamenti accessori di insegnanti, ausiliari, tecnici e amministrativi: circa un miliardo di euro annui di cui le scuole saranno di fatto espropriate. Le risorse, dispone l’emendamento, non saranno più disponibili sui conti delle singole scuole, che potranno emettere solo ordini di pagamento a cui darà poi seguito il Tesoro. E le risorse eventualmente non impegnate andranno a fiscalità generale. Viene poi prorogata al 20 dicembre la sospensione del pagamento delle imposte per le imprese in Abruzzo pagata con un rincaro delle accise sulle sigarette low cost. Ok della commissione anche a una norma che salva i precari della Sicilia. Un nuovo pacchetto di emendamenti del relatore è annunciato per oggi: sicurezza (con l’eliminazione dei tagli alle tredicesime), fisco per le imprese e certificati verdi. Testo in aula probabilmente domani.
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