Una telefonata cordiale, arrivata dopo che si è avuta la conferma che l’emendame-nto approvato al Senato non garantisce la proroga a tutti i 23.500 precari degli enti locali e mette a rischio almeno 15 mila contrattisti. Al telefono il ministro Giulio Tremonti ha dato ampie rassicurazioni al governatore Raffaele Lombardo: «Nel maxi emendamento limeremo il testo e garantiremo la proroga dei contratti a tutti», ha detto il superministro dell’Economia al leader dell’Mpa. Ormai del tutto sfumata qualsiasi ipotesi di stabilizzazione: il ddl regionale a cui sta lavorando l’assessore al Lavoro Lino Leanza non ha avuto il via libera da Roma e quindi, anche se approvato all’Ars, verrebbe subito impugnato dal commissario dello Stato. Di certo c’è che se non dovessero avvenire le modifiche assicurate da Tremonti, l’emendamento approvato dalla commissione Bilancio del Senato mette a rischio il rinnovo di almeno 15 mila precari. Tutto a causa di un passaggio del testo che ribadisce come al di là delle proroghe «restino fermi i vincoli e gli obiettivi previsti dall’articolo 14» della manovra Tremonti, che fa divieto di fare contratti non co. co. co di qualsiasi tipo per i Comuni che sforano il tetto del 40 per cento della spesa corrente impegnata per il personale. «Così com’è questo emendamento fa solo confusione, abbiamo chiesto subito un chiarimento tecnico», dice l’assessore Leanza. I sindaci sono sul piede di guerra. Il vice presidente dall’Anci Sicilia, Giuseppe Siviglia, e gli altri vice presidenti hanno deciso «la convocazione permanente dell’ufficio di presidenza con l’obiettivo di monitorare costantemente la situazione, che rischia di diventare drammatica». Il Pd va all’attacco del governo nazionale: «La norma sui precari è un bluff, il governo Berlusconi sta lasciando per strada oltre 20 mila persone», dice il capogruppo all’Ars, Antonello Cracolici. «Per i precari siciliani è l’ennesimo schiaffo di Berlusconi», dicono i democratici Camillo Oddo e Gaspare Vitrano. «Siamo pronti a denunciare l’imbroglio e a rispedire al mittente, cioè al ministro Tremonti, la definizione di cialtrone», dice invece Rudy Maira, capogruppo dell’Udc all’Ars. Duri anche i sindacati. La Cisl punta il dito contro la Regione: «Non hanno saputo fare chiarezza e questo è il risultato – dice il segretario Maurizio Bernava – L’emendamento approvato garantisce la proroga ma lascia dei dubbi». «Quanto accaduto è di una gravità inaudita», dice il segretario della Fp Cgil, Michele Palazzotto. Il senatore Salvo Fleres, del Pdl, aveva presentato un testo diverso in commissione, prevedendo anche la stabilizzazione: «Purtroppo non è stato votato, comunque l’emendamento approvato garantisce la proroga a tutti i precari, si tratta solo di chiarire un passaggio». I lealisti al Senato attaccano Lombardo: «Siamo preoccupati che il governo della Regione anziché predisporre subito provvedimenti di tagli delle proprie spese si limiti ad alimentare una polemica sull’operato del Senato», dicono Carlo Vizzini e Simona Vicari. Intanto però mentre a Roma è ancora in bilico il futuro di oltre 23 mila precari, all’Ars si lavora per fare nuove assunzioni. Su proposta della deputata dell’Udc Marianna Caronia ieri la commissione Lavoro ha incardinato un disegno di legge che prevede l’assunzione di 400 ex ciapisti, di 112 precari dell’Arpa e di altrettanti del Pon Atas e della Spo, la società che gestiva i Pip di Palermo. «Dobbiamo dare risposte anche a loro», dice la Caronia. Il ddl non è stato firmato dal democratico Filippo Panarello: «Si tenta di creare altro precariato».
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