ROMA – Firmato ieri in extremis l’accordo di programma tra Anci, l’associazione dei comuni italiani, le catene della distribuzione e il Centro di coordinamento dei 15 consorzi Raee (raccolta vecchi apparecchi elettrici ed elettronici) sull’applicazione del servizio “1 contro 1” e cioè il ritiro gratuito da parte del commerciante del vecchio apparecchio elettrico ed elettronico per far posto a quello nuovo. Il servizio, avviato formalmente il 18 giugno con l’entrata in vigore del decreto di semplificazione del 19 maggio (che non ha in realtà semplificato granché), ha presentato subito grosse difficoltà poiché in molte province, soprattutto del centro-sud, non esistono (o si trovano a grande distanza) isole ecologiche dove i rivenditori possano portare i vecchi apparecchi. A ciò si aggiunge ora il costo del servizio “1 contro 1” che prima gravava interamente sul consumatore, che pagava al negoziante una cifra variabile tra 10 e 50 euro. I rivenditori provvedevano poi allo smaltimento affidandosi ad apposite società di servizi. A rendere le cose più complicate c’è il fatto che i singoli rivenditori per portare i vecchi apparecchi alle piazzole comunali devono avere un’autorizzazione specifica prevista solo per chi è iscritto all’Albo dei gestori. E quando le isole ecologiche sono fuori dal comune di residenza del rivenditore, l’accesso è vietato. «Per semplificare al massimo le modalità di accesso dei rivenditori alle isole ecologiche, anche quando non sono residenti, abbiamo firmato nei giorni scorsi un protocollo che si aggiunge a quello di ieri ? dichiara Giorgio Arienti, direttore generale del consorzio Ecodom ?. Inoltre abbiamo rivisto l’accordo sui premi di efficienza aumentando i contributi per i comuni che accolgono i Raee provenienti da altri comuni ». Da ieri, poi, per venire incontro ai piccoli negozi del Sud e ai grandi gruppi che hanno quantità elevate di Raee i consorzi si offrono di ritirare loro stessi, gratis, i vecchi apparecchi saltando il passaggio alle piazzole comunali. Quanto alla mancanza di isole ecologiche, il problema riguarda mezza Italia e gli accordi sottoscritti, compreso quello siglato ieri a Roma non rendono obbligatoria la realizzazione di isole ecologiche. «Ma anche al Nord, dove la presenza di piazzole di raccolta è abbastanza capillare ? dichiara Roberto Omati direttore commerciale Export Italia ? i negozianti hanno sempre avuto difficoltà poiché esistono piazzole suddivise per specializzazione, per cui spesso occorre fare percorsi diversi a seconda del tipo di apparecchio ». Resta quindi l’esigenza di accelerare la raccolta Raee visto che l’Italia raccoglie solo la metà degli apparecchi rispetto alla media europea.
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