Il destino delle zone blu resta in sospeso. Dopo la sentenza del giudice di pace che ha bocciato le aree di parcheggio tariffate all’interno delle carreggiate, il Comune corre ai ripari chiedendo un parere al ministero dei Trasporti. E in attesa della decisione del-l’Avvocatura su un eventuale ricorso in appello, le associazioni dei consumatori cominciano a organizzarsi. L’ipotesi di un’azione collettiva potrebbe scatenare una vera e propria rivoluzione nella gestione delle soste a pagamento in tutta la città. Secondo la sentenza, infatti, la presenza delle zone tariffate sarebbe legittima solo nelle aree esterne alle carreggiate e specificamente adibite a questo scopo. «La situazione è complessa», ammette Marco Ciralli, dirigente del settore Traffico del Comune. «Chiederemo un parere al ministero dei Trasporti perché la vicenda riguarda l’interpretazione stessa del codice della strada». I nodi da sciogliere sono tanti: «A questo punto, diventa fondamentale capire cosa si intende per limite della carreggiata e definire chiaramente la differenza tra area di parcheggio e di sosta». Per il momento l’amministrazione attende il parere dell’Avvocatura, ma è chiaro il timore di una reazione a catena: «Se l’interpretazione di questo giudice venisse avallata, in tutta Italia andrebbero cambiate le zone tariffate», ragiona Ciralli. Tra le prime conseguenze, ci sarebbe un danno pesante per il bilancio dell’Amat. Per il momento, però, l’ex municipalizzata si chiama fuori: «In questa fase non possiamo dire nulla – spiegano dall’azienda – è il Comune a decidere dove posizionare gli stalli, noi applichiamo soltanto le indicazioni che ci vengono fornite». Se la bocciatura dovesse essere confermata, a rischio ci sarebbe la collocazione di oltre 15 mila posti a pagamento distribuiti in 15 zone della città. Nel 2008, il servizio parcheggi è valso all’Amat un incasso di 354 mila euro. Mentre il Comune cerca di capire come affrontare la questione, le associazioni dei consumatori non stanno a guardare: «Abbiamo già ricevuto alcune telefonate di cittadini che chiedevano notizie sugli effetti di questa sentenza», racconta Luigi Ciotti di Adoc. «Stiamo valutando con i nostri legali la possibilità di avviare un’azione collettiva concordata con le altre associazioni dei consumatori. Nei prossimi giorni cominceremo a pubblicizzarla e a raccogliere le adesioni per mettere insieme il maggior numero possibile di cittadini», spiega Ciotti. La sua critica però è più ampia: «Siamo convinti che i profili di illegittimità nella vicenda dei parcheggi a pagamento siano molti e proprio questa sentenza potrebbe aprire nuove strade per dimostrarlo». Pronta a intervenire è anche Adiconsum, che però con Benedetto Romano predica prudenza: «È interessante la sentenza della Cassazione a cui si richiama il giudice di pace, ma sul tema esiste una giurisprudenza fin troppo difforme. Per questo vogliamo studiarla con attenzione prima di impegnarci in una class action».
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