Undici punti critici, allerta per quattro foci fortemente inquinate e secondo posto in Italia per reati legati al mare. La Puglia esce bacchettata da Goletta verde, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio e l’informazione sulle coste, che assegna inoltre due bandiere nere ai “nemici del mare”, le società petrolifere che intendono trivellare nella regione. A compensare il quadro negativo, ci pensano però le 39 vele della Guida blu, che premia le località costiere che coniugano offerta turistica a rispetto dell’ambiente. La giornata di ieri, però, in occasione dell’ultima tappa pugliese di Goletta verde, è stata incentrata soprattutto sul bilancio delle analisi dei biologi: quattro le foci risultate fortemente inquinate che riguardano Candelaro, Fortore, Canale Reale e il torrente che sfocia nel comune di Zapponeta. Gravemente contaminati anche i campioni prelevati nei pressi dei depuratori di Fasano, Corsano e Pulsano e uno scarico a Trani. Inquinati anche il Canale dei Samari a Gallipoli, dove scarica il depuratore di Ugento, e la spiaggia di Pane e pomodoro a Bari. «Fortemente inquinati significa che hanno una concentrazione di inquinamento microbiologico del doppio rispetto al limite di legge – evidenzia Stefano Ciafani, responsabile scientifico Legambiente – e il problema principale nelle acque marine pugliesi è il deficit del sistema depurativo. Nonostante la Regione Puglia abbia previsto interventi di ammodernamento del sistema depurativo, ancora non è stato risolto il problema degli scarichi a mare, né quello degli scarichi illegali e inoltre permangono ancora aree in cui il servizio di depurazione non copre la totalità dei cittadini». Quello della contaminazione microbiologica non è l’unico avversario per mare e coste pugliesi che rischiano di essere gravemente compromesse dall’a-busivismo edilizio sul demanio marittimo, dall’inquinamento delle acque, dalla pesca di frodo e dalle infrazioni al codice della navigazione. «Come emerge dal dossier Mare Monstrum 2010 di Legambiente – spiega Francesco Tarantini, presidente Legambiente Puglia – sono 1.338 le infrazioni accertate in questi settori, equivalenti a 1,5 reati per chilometro di costa e così la Puglia arriva al secondo posto nella classifica nazionale del mare illegale su base regionale». Sono 551 i reati per inquinamento delle acque ed è allarmante anche la diffusione degli abusi edilizi su demanio marittimo, soprattutto in Salento: con 405 reati accertati la Puglia conferma il quinto posto degli anni passati. Tra i nemici del mare, Legambiente ne ha individuati altri due, cui ha assegnato la bandiera nera: sono l’irlandese Petrolceltic Elsa e l’inglese Northern Petroleum, le due società interessate a sondaggi e trivellazioni per la ricerca di petrolio al largo della Riserva marina delle Isole Tremiti e nel tratto tra Monopoli e Bari.
Cemento e scarichi abusivi Puglia seconda per illegalità
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