Non è un taglio, ma un colpo di maglio. L´effetto della manovra finanziaria su treni e autobus sarà micidiale e l´assessore ai Trasporti della Regione Alfredo Peri preconizza già un 2011 di «lacrime e sangue». In questi giorni in viale Aldo Moro si parla solo di cifre e conti, in vista della Finanziaria regionale del prossimo anno. Si cerca di capire e analizzare l´impatto delle restrizioni decise dal Governo e quali strade intraprendere per poter attenuare la botta. La questione è difficile perché complessivamente, sul trasporto pubblico dell´Emi-lia Romagna, viene tagliato il 25% delle risorse, provocando un salto indietro di oltre un decennio: in pratica si tornerà alla dotazione finanziaria della fine degli anni ´90. Questo rischia di mettere a repentaglio tra i 1200 e i 1300 posti di lavoro in Regione, aggravando ancor più la situazione economica già precaria per molte famiglie. Nel settore ferroviario, su 118 milioni di dotazione per acquistare servizi da Trenitalia e Fer, 64 salteranno: la sforbiciata è del 54%. Risorse più che dimezzate, con la Regione in difficoltà nei confronti dei fornitori, dal momento che è stata fatta una gara d´appalto europea per assegnare il servizio. Cosa succederà fra sei mesi se viale Aldo Moro non riuscirà più a onorare un contratto? Non va meglio se si prendono in considerazione i bus. In questo caso il taglio si diffonde su molte voci e non è possibile stabilire in specifico l´entità del colpo di forbice. Se però si sommano i 118 milioni del trasporto ferroviario e i 224 per il trasporto pubblico locale, si ottiene il valore complessivo del trasferimento dello Stato alla Regione, vale a dire 342 milioni. Questa cifra verrà decurtata del 25% minando l´attuale assetto dell´offerta di trasporto che negli ultimi tre anni era cresciuta del 20%. Se poi si aggiunge anche la voce investimenti sulla viabilità (60 milioni) a viale Moro verranno meno complessivamente 120 milioni. Il presidente di Atc Francesco Sutti vede un futuro nero, se non ci saranno correttivi. Secondo le stime dell´azienda di via di Saliceto, potrebbe saltare una corsa di bus e corriere su tre, in un periodo in cui i cittadini chiedono di aumentare il trasporto. Lo scenario da annus horribilis è completato con un altro taglio netto sulla quota investimenti, che di fatto verrà azzerata. Il che significa che non si potranno più costruire nuove tangenziali, ammodernare le strade esistenti e persino verrà meno la manutenzione. Tutto questo proprio quando i pendolari, nell´impossibilità di usare il mezzo pubblico, saranno costretti a usare più la viabilità e il mezzo privato. Intanto gli aumenti per i pendolari che si servono del treno sono già annunciati. A partire dall´1 agosto, i treni regionali costeranno di più. Per gli abbonati mensili il ritocco per viaggi entro i cento chilometri sarà del 3,7%, mentre per gli annuali ci sarà un rialzo più contenuto, pari all´1,2%. La corsa semplice, invece, subirà una crescita più sensibile: il 5,5%. Secondo la Regione, è poco più che un adeguamento all´inflazione, visto che le tariffe erano ferme da circa due anni. Grillini e Pdl hanno però subito alzato la voce asserendo che il servizio offerto ai pendolari «è pessimo» e quindi gli aumenti non sono giustificabili.
Treni, arriva la stangata sui pendolari
I tagli della manovra
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