ROMA – Un «patto» sui tagli e su come «spalmarli». Ma l’entità della manovra non cambia. Per la seconda volta in due giorni il governo, col ministro Raffaele Fitto, ha rilanciato ieri la sua proposta alle regioni. E la risposta del rappresentante dei governatori, Vasco Errani, non s’è fatta attendere: se i tagli non saranno ridotti, non è possibile alcun confronto, che dev’essere «vero e serio». Tolta per il momento di mezzo dai governatori la minaccia della restituzione delle deleghe, la partita tra governo e regioni è comunque apertissima. Confermando che le soluzioni, se mai potranno essere condivise, arriveranno coi provvedimenti attuativi del federalismo e con la legge di stabilità di quest’autunno. Ma le parti restano distanti, anche se il confronto adesso è di fioretto, magari affilato, non più a colpi di spada. La sfida andrà avanti fino a dicembre, in attesa che dal 1 gennaio scattino i tagli. Con una preoccupazione che cresce tra i governatori: il rischio che il governo prepari tagli alla sanità. «Esistono i tempi e le volontà politiche – ha ribadito ieri il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto – affinché possa essere siglato un patto che partendo dal dato, non più modificabile, dell’entità della manovra e della sua distribuzione per comparto, impegni tutte le parti nella ricerca di soluzioni appropriate per individuare le voci di spesa da sottoporre a riduzioni ». La strada indicata è formalmente quella del federalismo fiscale e dei decreti sulla fiscalità locale. Ma le regioni non accettano a scatola chiusa l’impostazione del governo. Anzi. Bene il patto, rispondono, ma «se i tagli e i saldi rimangono e resteranno fermi – ha replicato Errani – francamente non si comprende dove stia il passo avanti annunciato da Fitto ». Qualsiasi accordo sul federalismo fiscale e sulle risorse «dev’essere equo e sostenibile per tutti i livelli istituzionali, e oggi la manovra non lo è». Come dire: i problemi della manovra vanno risolti indipendentemente dai decreti attuativi del federalismo. «A meno che qualcuno – è l’allarme che circola tra le regioni e che Errani rilancia -non pensi di ridurre di diversi miliardi il fondo sanitario nazionale. In questo caso ci troveremo in una situazione ancora più critica». In attesa che la trattativa decolli, la cautela resta massima. Con i due governatori leghisti – «bene Fitto sul patto», ha detto ieri Roberto Cota – che marciano in qualche modo per conto loro. Ma «bisogna uscire dall’idea che il federalismo è la magia che risolve qualsiasi problema ? ha chiosato ieri Errani ? e non possiamo sbagliarlo, altrimenti l’Italia si troverà in una situazione complicatissima».
Fitto alle regioni: saldi invariati
Botta e risposta. Il ministro rilancia un patto sulle modalità degli interventi, Errani resta scettico
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