Tremonti: avanti con il fisco comunale

L’Italia dei territori – Il federalismo fiscale/Calderoli. «Altri due decreti prima dell’estate e in autunno il quadro generale sarà completo» – Affitti. Confermata l’ipotesi della cedolare secca intorno al 23% per recuperare gettito

Il Sole 24 Ore
23 Luglio 2010
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ROMA – Il federalismo è una casa e come ogni abitazione va costruita dal basso. Quindi dai comuni. Non è un’immagine a caso quella scelta da Giulio Tremonti per annunciare il varo del decreto sui fabbisogni standard nel corso del Consiglio dei ministri di ieri. Quando arriverà il successivo decreto legislativo sull’autonomia fiscale dei municipi, proprio l’abitazione rappresenterà la principale fonte di gettito dei sindaci. Presentandosi in conferenza stampa insieme ai ministri degli Affari regionali e della Semplificazione, Raffaele Fitto e Roberto Calderoli, il titolare dell’Economia ha detto chiaramente che sull’imposta municipale non «c’è stata nessuna retromarcia da parte del governo». A differenza di quanto sostenuto sul Corriere della sera di ieri secondo cui il premier Silvio Berlusconi avrebbe stoppato l’ipotesi di accorpare tutti i tributi immobiliari in uno solo perché la sola idea di tassare l’abitazione potrebbe far pensare al ripristino dell’Ici. «Non metteremo alcuna tassa sulla prima casa», ha ribadito Tremonti. Che ha poi ricordato di aver sempre parlato (e scritto visto che l’ha messo nero su bianco nella relazione – si veda il testo in pagina – presentata alle Camere il 30 giugno) di due fasi nel trasferimento ai comuni delle imposte sul mattone. Nella prima i primi cittadini otterranno «i gettiti sugli immobili che insistono sul territorio», vale a dire Irpef e imposte ipotecaria, catastale e di registro e lo stato taglierà in egual misura i trasferimenti in periferia; nella seconda si darà ai comuni la possibilità di riunire l’universo composito della tassazione immobiliare italiana. Nel sottolineare che l’ideale sarebbe «la massima concentrazione possibile» ma che in realtà saranno «i referendum propositivi, costituzionali, a decidere i menù fiscali», il responsabile di via XX Settembre ha spiegato: «sono i comuni che scelgono, possono fare dei referendum per unificare tutti i tributi o qualcosa di meno. Pensiamo sia civile ? ha aggiunto ? unificare 24 tributi stratificati nel tempo, pensiamo sia fattibile, scelgano loro». Ed in effetti nel testo della relazione al parlamento si parlava della fase dell’accorpamento dei tributi come di una eventualità «in prospettiva e comunque non per vincolo legale, ma sulla base del consenso comunale». Sempre a proposito del decreto sull’autonomia impositiva comunale, atteso per la fine di luglio o al massimo per gli inizi di agosto, Tremonti ha confermato che si sta discutendo «molto fortemente » su come impostare il fondo perequativo «per evitare che i comuni con più gettito si trovino ancora più ricchi e quelli che hanno bisogno di trasferimenti escano alla fine penalizzati ». Accennando all’ipotesi di esonerare dal meccanismo compensativo i piccoli comuni, per i quali potrebbe essere previsto un rimborso forfettario. Ma il trattamento di riguardo per i municipi minori potrebbe anche essere più ampio visto che si starebbe pensando a dei bonus in termini di gettito o di maggiore autonomia fiscale per le realtà minori che scelgano di associarsi. Il set di strumenti da fornire ai sindaci sarà completato dai poteri di accertamento e dalla cedolare secca sugli affitti. Il ministro non ha indicato quale potrebbe essere l’aliquota fissa da applicare alle locazioni. Sul tavolo c’è sempre l’ipotesi del 23% rivelata da Calderoli in un’intervista a questo giornale l’11 luglio. Ma si potrebbe anche optare per un’aliquota superiore se si decidesse di accorparvi qualche altra imposta. Parlando dei contrasti sulla manovra con i governatori Tremonti è parso convinto che si appianeranno perché «ragionando sul federalismo fiscale anche le regioni avranno una forma di ritorno a discutere con noi»: «scenderanno dai grattacieli, torneranno al tavolo e il clima è buono. Anche se, naturalmente, abbiamo ragione noi». Più incentrato sul provvedimento varato ieri e dunque sull’introduzione dei fabbisogni standard per comuni e province è stato l’intervento di Calderoli. «Si mette la parola fine al criterio della spesa storica – ha detto il ministro della Semplificazione -. Si interrompe quel vizio del nostro paese che aveva trasferito risorse non in base alle effettive esigenze ma sulla base della spesa storica, così chi più spendeva, e male, più riceveva. Questo ha determinato sperequazione nei trasferimenti che non ha una logica se non le motivazioni politiche dei vari governi». Quanto alle prossime tappe, l’esponente del Carroccio ha confermato che prima dell’estate arriveranno il dlgs sul fisco comunale e quello sui costi standard sanitari per le regioni. E «per l’autunno – ha concluso – avremo completato il quadro generale del federalismo fiscale» con l’emanazione dei decreti sulla finanza provinciale e regionale.

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