ROMA – Nuova accelerazione della Lega sul federalismo. Il Consiglio dei ministri-flash di ieri ha avviato l’esame del decreto attuativo sulla finanza regionale. Il provvedimento è il più importante dei tre che il Carroccio conta di varare entro l’autunno insieme ai dlgs sul fisco provinciale e sui costi standard per sanità, istruzione e assistenza. Nella «bozza » che la Semplificazione ha messo a punto e che sarà sottoposta oggi al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, compare anche una riduzione dell’aliquota Irap. Così facendo i ministri leghisti hanno voluto soprattutto lanciare un segnale politico a una maggioranza sempre più in fibrillazione: voto o non voto sul federalismo si va avanti comunque. In realtà in Cdm una discussione vera e propria non c’è stata, né è stato presentato alcun testo. L’obiettivo è quello di avviare il prima possibile il tavolo con le regioni per approvarlo a Palazzo Chigi entro una decina di giorni. Da quanto si apprende la «bozza» che arriverà oggi sul tavolo di Tremonti ricalcherà il copione anticipato nelle scorse settimane da questo giornale. Per il finanziamento delle loro funzioni fondamentali (sanità, istruzione e assistenza) le regioni potranno contare sulla miscela di Iva e Irpef invocata da Umberto Bossi e sull’Irap, magari ridotta. La conferma è giunta da una nota di Palazzo Chigi. Che parla sia dell’attribuzione alle regioni ordinarie «di una quota dell’Irpef,di una compartecipazione all’Iva e di un’addizionale all’Irpef,oltre che di tributi propri », sia dell’introduzione di «strumenti di flessibilità e manovrabilità in grado di garantire loro il pieno esercizio delle funzioni e la definizione di una propria politica economica». L’imposta sul reddito delle persone fisiche compare dunque in duplice forma. Da un lato, come una quota fissa per ognuna delle cinque aliquote Irpef, così da mantenere la progressività dell’im-posta; dall’altro, come addizionale manovrabile in su e in giù dai governatori. A questo si aggiungerà una compartecipazione all’Iva corposa sì ma inferiore a quella attuale che ha ormai superato il 44 per cento. La voce «tributi propri» invece va letta in primis come Irap. Che almeno in una prima fase continuerà a esistere. Come più volte spiegato da Tremonti, infatti, gli spazi per eliminarla da subito non ci sono perché si aprirebbe nelle casse dell’erario un buco di 30 miliardi. Da qui l’idea della Semplificazione di provare almeno a ridurla. Non scomputando il costo del lavoro come finora immaginato ma abbassando l’aliquota attualmente fissata al 3,9 per cento. Una proposta su cui l’ultima parola spetterà a via XX Settembre. Domani ricominceranno i lavori della commissione parlamentare bicamerale presieduta da Enrico La Loggia. L’ufficio di presidenza dovrebbe fissare il calendario per l’esame di due dei tre provvedimenti varati prima dell’estate in via preliminare. Relativi, rispettivamente, a fabbisogni standard di comuni e province e Roma capitale. Laddove per il fisco municipale bisognerà attendere ancora qualche settimana.
LE IMPOSTE IN GIOCO
78,3 miliardi
Gettito Ire
Si tratta delle entrate al giugno 2010 secondo quanto comunicato dal Dipartimento per le politiche fiscali. L’autoliquidazione ha fruttato 3.524 milioni di euro (+392 milioni di euro, pari a +12,5%) ripartiti tra acconto e saldo 3,2 miliardi
Addizionale Ire
Le entrate dalle addizionali regionali sono arrivate a 3.282 milioni di euro (+31 milioni di euro, pari a +1,0%). Dai soggetti privati derivano 1.873 milioni di euro (+18 milioni di euro, pari a +1,0%) e dalle amministrazioni pubbliche 1.409 milioni di euro (+13 milioni di euro, pari a +0,9%). 48,7 miliardi
Gettito Iva
Nel primo semestre è in crescita di 1.437 milioni di euro, pari a +3,0%: 42.098 milioni di euro (+52 milioni di euro, pari a +0,1%) derivanti dalla tassazione degli scambi interni; 6.671 milioni di euro (+1.385 milioni di euro, pari a +26,2%) derivanti dalla tassazione delle importazioni. 10,9 miliardi
Gettito Irap
Il gettito di periodo dell’imposta regionale sulle attività produttive è stato di 10.675 milioni di euro (+373 milioni di euro, per un incremento pari al +3,6%). Dai soggetti privati sono stati raccolti 5.454 milioni di euro (+341 milioni di euro, pari a +6,7%) mentre dalle amministrazioni pubbliche la raccolta è stata di 5.221 milioni di euro (+32 milioni di euro, pari a +0,6%).
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