Evasione, Milano si allea col fisco

Firmata la convenzione con l’Agenzia delle entrate. Che formerà i funzionari comunali

Italia Oggi
10 Settembre 2010
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Si comincerà dagli affitti in nero, una pratica molto diffusa in una città come Milano che vanta 8 atenei e una popolazione universitaria di quasi 180 mila studenti. Palazzo Marino si farà dare dalle università milanesi gli elenchi degli iscritti e li confronterà con quelli delle utenze domestiche e dei contratti di locazione registrati. Poi sarà la volta dei commercianti e dei professionisti che finiranno nel mirino del comune alla ricerca del sommerso nascosto al fisco. Senza dimenticare i proprietari immobiliari e i falsi residenti all’estero. Che per il fisco dovrebbero abitare fuori dai confini italiani, ma poi, per esempio, pagano la Tassa rifiuti a Milano. Anche se l’obiettivo dichiarato non è fare cassa, ma «incrociare le banche dati per avere una fotografia dettagliata della città», non è un mistero che il comune di Milano e l’Agenzia delle entrate si attendano molto dall’intesa anti-evasione, firmata ieri nella sede dell’assessorato al bilancio. Un accordo che promette di far entrare nelle casse di palazzo Marino il 33% di quanto verrà accertato e riscosso grazie alle segnalazioni del comune. Anche perché la collaborazione tra sindaci e fisco, già ampiamente sperimentata in Lombardia, lascia ben sperare. Ad oggi sono una cinquantina i comuni lombardi, di cui 8 capoluogo (all’appello mancano solo Varese, Como e Mantova) che hanno sottoscritto l’intesa con l’amministrazione finanziaria. E le circa 700 segnalazioni qualificate ricevute dalla Dre Lombardia hanno fruttato 5 milioni di euro di maggiori imposte e sanzioni accertate che affluiranno per un terzo nei bilanci comunali. La prova che attende ora Agenzia delle entrate e comune di Milano è dimostrare di saper fare gioco di squadra nello scambio reciproco di informazioni. In base alla convenzione, tramite il canale telematico Siatel, l’Agenzia metterà a disposizione del comune informazioni relative a dichiarazioni dei redditi, registrazioni di atti, dichiarazioni di successione e utenze. L’incrocio di questi dati con quelli già nelle mani del comune, unitamente alla conoscenza della realtà territoriale che ogni amministrazione municipale dovrebbe avere, consentiranno a palazzo Marino di predisporre e inviare via web «segnalazioni qualificate», cioè ben circoscritte, di tutte quelle notizie, dati o situazioni in grado di celare pratiche ad alto potenziale di evasione. Per il direttore della Dre Lombardia, Carlo Palumbo, si tratta di una opportunità «per migliorare il controllo del territorio». «Grazie alla stretta collaborazione con il comune, l’ente territoriale per eccellenza, potremo incrementare di molto la nostra base informativa. Allo stesso tempo, l’Agenzia metterà a disposizione dei funzionari comunali il proprio know-how nell’ambito dell’accertamento dei tributi». Un’attività di formazione ormai consolidata visto che la Dre lombarda ha realizzato nei mesi scorsi tre eventi in collaborazione con l’Anci a cui hanno preso parte 200 tra funzionari e dirigenti comunali incaricati di effettuare le segnalazioni. Ma guai a pensare che ora i dipendenti di palazzo Marino si sostituiscano agli 007 fiscali. «Il comune non ha la potestà di disporre accessi e ispezioni», ha proseguito Palumbo, «solo l’Agenzia può attivare la pretesa tributaria». Una stima di quanto Milano potrà incassare collaborando col fisco nella lotta all’evasione nessuno ha voluto azzardarla. Per l’assessore al bilancio, Giacomo Beretta, fare cassa non è «l’obiettivo primario». Più importante sarà «aggiornare la conoscenza della città, grazie alla possibilità di far emergere il sommerso e individuando le situazioni di illegalità». Beretta è anche intervenuto sulla querelle riguardante l’istituzione dei consigli tributari, organi di non meglio definita natura tecnico-politica, rispolverati dalla manovra correttiva (legge 122/2010) che li ha resi obbligatori senza chiarirne modalità e tempi di attuazione. L’assessore al bilancio di Letizia Moratti, si è detto contrario a istituire i consigli tramite elezioni a suffragio universale, secondo quanto disposto dal decreto luogotenenziale n.77 del 1945, mai abrogato. «Si tratta di una norma anacronistica», ha detto Beretta, «e in ogni caso non lo istituiremo fino a quando non saremo obbligati a farlo visto che il termine previsto dalla manovra non sembra essere perentorio» (si veda ItaliaOggi del 3/9/2010 ndr). Beretta ha infine dichiarato che il comune di Milano rispetterà la scadenza del 1° gennaio 2011 per mettere a gara il servizio di riscossione dei tributi locali. «La delibera è già pronta» ha annunciato.

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