Si allarga come una macchia d’olio il fronte d’opposizione in valle di Susa. A conti fatti sono 25 i comuni che hanno approvato, o stanno per farlo, un documento di contrarietà alla nuova linea Torino Lione. Solo uno di loro parteciperà al tavolo di confronto con il governo. A Roma infatti – annuncia l’assessore regionale ai Trasporti, Barbara Bonino – andranno gli undici sindaci dei comuni che hanno partecipato in questi mesi ai lavori dell’Osservatorio e un solo sindaco del ben più consistente fronte contrario. «L’obiettivo che ci siamo dati – ha spiegato l’assessore – è garantire al contempo rappresentanza e pluralità senza dare vita a un’assemblea plenaria». Confermata l’esclusione del presidente della Comunità montana, Sandro Plano, perché, secondo Bonino «i titolari della rappresentanza territoriale sono i sindaci: saranno loro, oltre a Provincia e Regione, a portare a Palazzo Chigi la voce della Valsusa». Il tavolo si svolgerà probabilmente il 14 ottobre, anche se non esiste ancora la conferma ufficiale. In questo modo la riunione si svolgerebbe in tempo utile per fornire al governo qualche rassicurazione da portare ai francesi nel vertice internazionale già convocato a Roma per lunedì 18. E all’indomani della marcia no Tav, in programma per sabato 9 ottobre, la prima guidata dai sindaci e dalla comunità montana da quanto si è tornati al muro contro muro. Partenza da Vaie alle 14.30, un percorso a piedi di sette chilometri sulla strada statale attraverso la piana delle Chiuse, che dovrà ospitare l’interconnessione ferroviaria e una delle aree di cantiere più impattanti previste dal progetto. Durante la marcia si svolgeranno delle vere e proprie “lezioni di rischio”: «Ci saranno dei tecnici – hanno spiegato i sindaci di Sant’Ambrogio, Vaie e Chiusa San Michele, ieri, presentando l’iniziativa – che illustreranno il progetto, perché tutti devono rendersi conto di quello che vogliono fare qui». L’obiettivo degli organizzatori è il pienone, tanto da preparare e mettere su internet cartine per i parcheggi, orari di treni e autobus. «Qualcuno verrà anche da fuori – anticipa Dario Fracchia, sindaco di Sant’Ambrogio – perché la nostra non è solo una lotta a difesa della valle, ma contro lo spreco di soldi pubblici e una scellerata politica di grandi opere». Sarà una prova generale della manifestazione,a cui stanno lavorando i movimenti, che dovrà svolgersi l’11 dicembre. «Sarà una mobilitazione europea», ha spiegato Alberto Perino, leader dei no Tav» . Intanto ieri sera a Susa una protesta insolita: una veglia di preghiera, guidata dal parroco di Condove Silvio Bertolo e organizzata dal gruppo “i cattolici per la vita”, che “sono molto preoccupati per l’immane disastro ambientale che viene proposto dalla realizzazione della Torino-Lione”.
Sono 25 i sindaci “No Tav” ma solo uno al tavolo romano
Escluso Plano. Bonino: “Non rappresenta il territorio”
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