Resterà in vigore fino al 31 del mese l’ordinanza del sindaco di Forlì Roberto Balzani avente per oggetto «provvedimenti per la prevenzione e il controllo dell’infestazione da Aedes Albopictus (zanzara tigre) nel territorio comunale di Forlì». Similmente, scadrà il 31 ottobre l’altra ordinanza contro «l’infestazione da Culex pipiens (zanzara comune)». Sotto minaccia di sanzioni amministrative pecuniarie che spaziano da 50 a 1.200 euro, il sindaco di Forlì invita, in buona sostanza, i suoi amministrati a predisporsi un proprio «piano antizanzara», su modulo comunale, con tanto di sottoscrizione del «responsabile del trattamento» e, si badi bene, applicazione degli scontrini di acquisto dei prodotti larvicidi. Anzi, l’ordinanza per la zanzara tigre intima di «conservare la documentazione di acquisto dei prodotti usati o l’attestazione dell’avvenuto trattamento rilasciata dalle imprese». Si deve curare un «diario dei trattamenti effettuati», indicando specificamente «date del trattamento», «prodotto utilizzato» e «frequenza prevista dal prodotto». Siamo arrivati, insomma, al registro per le zanzare. L’igiene pubblica viene affidata ai privati, con tanto di ordinanza, obblighi sanzionati, moduli, ricevute, sottoscrizioni. La burocrazia, che ammette la propria impotenza contro le zanzare, scarica sui cittadini un cumulo d’incombenze. Manca solo che venga sancito l’obbligo di servirsi di tecnici specializzati iscritti in uno specifico albo professionale di zanzaricidi.
A Forlì registrano pure le zanzare
Le follie della burocrazia in due ordinanze
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