VENEZIA – L’ombra che incombe sui conti regionali che non tornano si chiama addizionale Irpef. Imposta aggiuntiva sui redditi che la Regione l’anno scorso, proprio di questi tempi, aveva deciso di non riscuotere (causa scadenza elettorale) e che sempre la Regione, quest’anno, potrebbe reintrodurre. Con buona pace di chi era andato a dormire liberalista e si ritrova a fare la parte di chi mette balzelli. Dopo lo scontro in Consiglio la scorsa settimana tra Dario Bond (Pdl) e Federico Caner (Lega), ieri è toccato all’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti l’onere di squadernare alle commissioni consiliari dati che non fanno piacere a nessuno sulla manovra di assestamento di bilancio: con il ricorso agli ultimi 938,8 milioni di euro il Veneto finirà la possibilità di indebitamento stabilita nel lontano 2002. Da qui in avanti niente più mutui. Dunque – attacca l’opposizione – niente più investimenti. Non solo: il saldo finanziario del 2009 è pari a oltre mezzo miliardo di euro, e aumentano le voci di spesa a destinazione vincolata a cui far fronte nel 2010 per oltre 300 milioni di euro. «Spiegherò ai miei colleghi di giunta che abbiamo due strade: rimettere l’addizionale Irpef o tagliare ulteriormente. Dopo sarà un problema che investirà tutta la maggioranza, non un solo assessore. Dell’addizionale, in giunta, non abbiamo ancora parlato. Oggi e domani a Roma capiremo meglio l’entità dei tagli, che però sembrano confermati». A questo punto la strada, sembra di capire, è tracciata. Se è vero che il Veneto riceverà nel 2011 358 milioni in meno rispetto al 2010 e nel 2012 400 milioni in meno sempre rispetto al 2010. L’opposizione va all’attac-co: «In questo scenario da lacrime e sangue, con un disavanzo di oltre 2miliardi di euro (cifra ottenuta sommando il saldo finanziario negativo di 536 milioni nel 2009 con la reiscrizione delle spese a destinazione vincolata salite a 1,6 miliardi nel 2010) – dice Piero Ruzzante del Pd – l’unico che se la ride è Zaia: per le spese di rappresentanza e le relazioni istituzionali ci sarà un aumento di spesa di 480 mila euro. Il resto del Veneto è con l’acqua alla gola». Soldi, precisa l’assessore al Bilancio, che riguardano diversi capitoli di spesa rimasti vuoti la precedente giunta e ora “riempiti” per diverse spese, «non solo rappresentanza. Quanto ai 2 miliardi non è un disavanzo ma sono impegni presi che prima o poi onoreremo». E se i soldi dell’addizionale Irpef, qualora torni nel bilancio della Regione, andranno a rimpolpare le risorse esclusivamente del bilancio socio-sanitario per 120-140 milioni di euro, il resto delle risorse che tutti gli assessori riusciranno a reperire risparmiando qua e là dovrebbero prendere quattro direzioni: l’istituzi-one di un fondo di garanzia di 35 milioni di euro a favore del credito alle piccole e medie imprese, da affidare in gestione a Veneto Sviluppo in collaborazione con i Confidi e le banche; lo stanziamento di 5,1 milioni per ripianare il «buco» dell’Arpav; 4 milioni per il trasporto locale su gomma e acqua; 3,3 milioni per Fenice e Arena (fondi promessi e non ancora erogati). «La Regione cominci a onorare in tempo gli impegni di spesa – ha criticato Stefano Valdegamberi, capogruppo Udc – invece di mettere in ginocchio tante imprese». Per la capogruppo del Pd Laura Puppato «la Regione non dispone più delle risorse necessarie per creare i presupposti per un patto di stabilità regionale». Se deciderà per l’addizionale la maggioranza dovrà fare in fretta: la manovra finanziaria va pubblicata nel Bur entro dicembre. E forse si dovrà scegliere se fare prima questo o prima il nuovo regolamento.
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