Come riconoscere le prostitute Saluti e abiti, le regole di Genova

Il provvedimento – Il «sindacato» annuncia battaglia legale

Corriere della Sera
28 Ottobre 2010
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GENOVA – Raffica di divieti contro la prostituzione di strada a Genova. Il sindaco Marta Vincenzi – fra le polemiche della sinistra – ha firmato l’ordinanza che vieta in luogo pubblico «comportamenti diretti in modo non equivoco a offrire prestazioni sessuali». Vietati «atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo». E, per quanto riguarda i clienti, vietata «la richiesta di informazioni finalizzate ad acquisire prestazioni sessuali » nonché l’esecuzione, per chi è in auto, «di manovre pericolose e di intralcio alla circolazione » con lo scopo di avvicinare una bella di notte. L’ordinanza diventerà esecutiva il 10 novembre con l’aggiunta delle sanzioni amministrative: 150 euro per le donne e 200 euro per i clienti. «Mai sognato di vietare la prostituzione – dicono Vincenzi e Francesco Scidone, assessore alla sicurezza – noi vogliamo intervenire sui comportamenti che creano disagio per i cittadini e degrado per i luoghi». Ma le prostitute di Genova organizzate dall’associazione «Le graziose» (nome gentile mutuato dalla canzone di De Andrè «Via del Campo») annunciano battaglia legale. A cominciare dal titolo del-l’ordinanza che recita «Divieto di esercizio della prostituzione in luoghi pubblici, aperti al pubblico o visibili al pubblico con abbigliamento indecoroso e modalità che possono offendere la pubblica decenza ed il libero utilizzo degli spazi ». «La prostituzione non è vietata in Italia?dice Francesca ? il Comune va oltre i suoi poteri e noi faremo ricorso contro tutte le multe che verranno fatte alle ragazze». Le «ragazze» sono molto mogie. E anche un po’ offese. «Io – dice Angela (chiamiamola così) – non offendo nessuno con la mia persona. Metto in mostra quel che ho ma sto attenta a non essere troppo visibile. Mia figlia va a scuola in questo quartiere, sono io che la passo a prendere alla fine delle lezioni mi vergognerei da morire se qualche genitore mi incontrasse mezza nuda». Il Comune motiva la sua decisione con l’allarmante aumento della prostituzione in certe zone cittadine, soprattutto nella periferia di Ponente. «In alcune strade – dice Scidone – le donne sono aggressive, ti prendono per il braccio se stai camminando, aprono la portiera dell’auto e cercano di salire a bordo». E a chi chiede come si discrimina un «abbigliamento indecoroso in relazione al luogo» risponde: «Ma se quelle signorine, in corso Perrone, sono nude dalla vita in giù! Non si tratta di vietare la minigonna, e chi sostiene che qualunque ragazzina con l’ombelico in vista rischia di essere fermata dai vigili non sa come vanno in giro le prostitute». «L’intervento dei vigili sarà molto equilibrato », assicura l’assessore. Il Comune ha inserito una clausola di salvaguardia per le donne che sono «in accertata situazione di violenza o di grave sfruttamento» e che cercano di sottrarsi «a persone dedite al lenocinio». Queste donne, in quanto vittime, non sono sanzionabili.

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