I concorsi pubblici entreranno nella borsa lavoro. Tra gli interventi contenuti nel collegato lavoro (legge 183/2010) è infatti previsto che le amministrazioni pubbliche, centrali e territoriali, dovranno conferire le informazioni sulle procedure di reclutamento ai nodi regionali e interregionali della borsa continua nazionale del lavoro, istituita dal Dlgs 276/2003, attuativo della legge Biagi. La nuova regola di pubblicità dei concorsi pubblici ? che dovrebbe configurarsi come un’offerta di lavoro da parte delle Pa ? favorisce il percorso di integrazione tra il mercato del lavoro privato e quello pubblico. La confluenza nella borsa lavoro non fa peraltro venire meno le regole del concorso pubblico e quelle d’imparzialità e buon andamento che sono alla base di tutte le procedure di selezione pubbliche. Questa nuova forma di pubblicità, inoltre, non sostituisce quella già prevista dalla normativa vigente (pubblicazione in gazzetta del bando o dell’avviso di concorso pubblico, pubblicazione sul sito istituzionale del bando di procedura comparativa) ma si aggiunge a essa per dare maggior vigore al principio di trasparenza di cui all’articolo 11 del Dlgs 150/2009 (riforma Brunetta). Il nuovo obbligo previsto dal collegato lavoro non è immediatamente operativo. Lo sarà solo dopo l’adozione di un decreto esplicativo del ministero del Lavoro, di concerto con quello della Funzione pubblica, sentita la Conferenza stato, regioni e province autonome. Il decreto, di prossima uscita, individuerà le tipologie di procedure di reclutamento che dovranno confluire, mediante invio telematico da parte delle Pa, sul portale internet del ministero www.cliclavoro.gov.it, la piazza virtuale della borsa lavoro. Dal testo della legge 183/2010 (articolo 48, comma 6) già emergono alcune certezze sull’inserimento: tutti i concorsi pubblici (a tempo indeterminato, determinato e contratti di formazione e lavoro), le procedure comparative per la selezione di lavoratori autonomi (prestazioni occasionali e di collaborazione coordinata e continuativa), l’avvio di contratti di somministrazione lavoro, il lavoro accessorio. Il Dm dovrà chiarire anche i termini entro i quali le amministrazioni dovranno inviare l’informazione al portale e la previsione di eventuali sanzioni in caso di inosservanza. Per i concorsi pubblici la dead line è già fissata per legge: entro cinque giorni dalla data di pubblicazione del concorso sulla Gazzetta ufficiale. Il nuovo strumento di pubblicità sarà utile per raggiungere una platea più ampia di destinatari dell’offerta lavoro, ma anche per operare un “controllo sociale” sulle procedure comparative per il conferimento di incarichi di collaborazione coordinata e continuativa, spesso abusato e poco trasparente, nonché per verificare quanto sia diffuso il ricorso ai contratti di somministrazione lavoro, utilizzati di frequente per eludere le limitazioni in materia di assunzioni. Rendere pubbliche anche le graduatorie, potrebbe poi favorire la stipula di convenzioni tra amministrazioni per un utilizzo condiviso delle graduatorie stesse. Un altro aspetto che potrebbe essere trattato in sede di decreto è quello della estensione della norma anche alle società partecipate.
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