Poliziotti a caccia di infradito e minigonne selvagge. Carabinieri arruolati nella battaglia contro gli schiamazzi notturni. Guardia di Finanza impiegata per frenare l’abuso di colazioni al sacco. La Forestale sulle strade per impedire il passaggio “inquinante” delle greggi. Scenari di quotidiana inflessibilità che il decreto legge sicurezza (n. 187), operativo da sabato scorso, potrebbe rendere presto realistici. Il provvedimento, infatti, coinvolge in pianta stabile prefetti e forze di Polizia nell’attuazione delle ordinanze dei sindaci. Quelle ordinanze nate per consentire ai primi cittadini d’intervenire nei casi d’urgenza (dalla polizia locale all’igiene, dall’edilizia alla sicurezza urbana e all’incolumità pubblica) e che negli ultimi anni hanno assunto le finalità più disparate, con grande sfoggio di fantasia. Tanto da suscitare in molte circostanze le decisioni riparatrici dei Tar. Schierare a presidio delle ordinanze dei sindaci gli apparati di polizia pone però problemi rilevanti che meriterebbero più lucida valutazione. Sia perché si rischia di distrarre dalla difesa dell’ordine pubblico risorse già sotto pressione, sia perché si potrebbe incrinare l’equilibrio fra istituzioni, sovrapponendo ruoli e funzioni.
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