Nel fisco regionale spazio all’Irap zero solo per le start up

La riforma delle autonomie – L’esame in Parlamento

Il Sole 24 Ore
3 Marzo 2011
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ROMA – Irap zero solo per le start up. E premi ma anche sanzioni ai governatori che recupereranno o meno l’evasione dall’Iva locale. Comincia oggi la discussione generale in bicamerale sul quinto decreto attuativo del federalismo su fisco regionale e costi standard sanitari. E comincia all’insegna del pressing di centrosinistra e terzo polo. Tanto che già oggi dovrebbe spuntare – ed essere accolta – la richiesta di proroga per il parere al governo: da venerdì 11 marzo la data slitterà almeno di una decina di giorni. È un cantiere a cielo aperto il federalismo fiscale. Mentre il governo nel tardo pomeriggio di ieri annunciava l’intenzione di far slittare di quattro mesi l’attuazione della legge delega del 2009, la bicamerale preparava le carte per la partita più delicata e complessa della rivoluzione federalista che tocca regioni e sanità. Con le opposizioni pronte a fare muro, tanto più dopo lo strappo compiuto dal governo con la fiducia di ieri sul fisco municipale. E con la maggioranza che si muove con i piedi di piombo, ben sapendo – basta pensare all’asse del Sud – che dovrà trovare la classica quadra per non scontentare ampie fette dei suoi gruppi parlamentari. Mentre la Lega ha più che mai la necessità di non forzare la mano per portare a casa il risultato della sua vita, costi quel che costi. L’ipotesi di una proroga, benché minima, per il parere della bicamerale al decreto sul fisco regionale, in questa situazione, è quasi una necessità per il governo, ma anche una prima quasi vittoria delle opposizioni. Naturalmente in attesa di vedere quali e quanti modifiche verranno richieste dal parlamento e accettate dal governo. Intanto ieri la bicamerale ha concluso il ciclo di audizioni col presidente della Copaff (commissione tecnica per l’attuazione del federalismo fiscale), Luca Antonini. Oggi sono in calendario gli interventi del relatore di maggioranza, Massimo Corsaro (pdl), e di minoranza, Francesco Boccia (pd). Ma per l’avvio vero e proprio del dibattito si dovrà attendere la prossima settimana, anche perché le opposizioni contestano di non aver ricevuto ieri alcuna risposta sui temi più delicati già affiorati in bicamerale e sottolineati dalla Corte dei conti e dagli esperti ascoltati fin dalla scorsa settimana. Antonini ieri ha fatto trapelare alcune possibili direzioni di marcia allo studio. A cominciare dalla riduzione, se non addirittura l’azzeramento dell’Irap, che potrebbe essere limitata però solo alle start up. Ipotesi di lavoro, tutta da affinare, sia politicamente che finanziariamente. Allo stesso tempo Antonini ha indicato la possibilità di mettere in moto un meccanismo di responsabilizzazione «anche con premi e sanzioni» nella lotta all’evasione dall’Iva alla quale le regioni col decreto sono chiamate a partecipare. «Se una regione non recupera l’Iva – ha detto – non può pretendere una perequazione totale al costo standard» altrimenti «alla fine ci sarebbe comunque il ripiano col fondo perequativo»; e senza incentivi la lotta all’evasione fiscale si tradurrebbe in un flop sicuro. Pressato da deputati e senatori, Antonini ha escluso il rischio, rilevato dalla Corte dei conti, di un aumento della pressione fiscale. Ha negato la possibilità di «uno stress eccessivo sull’addizionale Irpef». Ma ha riconosciuto che allo stato dell’arte quantificare i Lep (livelli essenziali di prestazioni sociali per assistenza, istruzione e trasporti) è «un problema reale». Parole che non hanno certo rassicurato le opposizioni: «Sui Lep, sui costi standard e sul rischio di destrutturazione dell’Irpef non abbiamo avuto alcuna risposta», s’è lamentato Boccia. Insomma, partita apertissima. Anche perchè alla bicamerale arriverà presto un parere, pressoché bipartisan, della commissione sanità del Senato che tra l’altro rivendica al parlamento il potere di indicare i criteri di riparto dei fondi e rilancia gli indici di deprivazione che davvero incidono sui consumi sanitari. Materia incandescente. Come la compartecipazione territoriale (e dinamica) all’Irpef chiesta ieri dalle province in un incontro con Calderoli. Domani, forse, avranno le prime risposte.

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