Gli aumenti automatici delle addizionali regionali Irpef comportano per i contribuenti di Lazio, Molise, Campania e Calabria un aggravio, per il 2011, di 156 euro. È quanto calcola la Uil prendendo a riferimento un reddito imponibile annuo di 26 mila euro per un lavoratore dipendente (in busta paga 1.500 euro mensili netti per 13 mensilità) che risiede nelle quattro regioni con l’extra-deficit sanitario. Nello specifico, spiega Guglielmo Loy, segretario confederale Uil, i 156 euro (78 euro per il saldo 2010 e 78 euro per l’acconto 2011) si aggiungono ai 364 euro già versati nel 2010. Il prelievo complessivo è, quindi, di 520 euro pro capite. Ciò deriva dal fatto che in queste regioni a partire dal 2010 l’aliquota Irpef regionale è fissata all’1,7% (lo 0,3% in più dell’aliquota massima fissata per le restanti regioni). Sono 5,8 milioni i contribuenti interessati, residenti in tali regioni, e di questi quasi 5,3 milioni sono lavoratori dipendenti e pensionati. Il gettito assoluto, in queste regioni, passerebbe dagli 1,8 miliardi di euro del 2010, ai 2,3 miliardi di euro nel 2011, con un aumento in valori assoluti di 410 milioni di euro (+22,1% della pressione fiscale a livello regionale). Nel Lazio, tali aumenti porteranno nelle casse regionali oltre 224 milioni di euro in più rispetto allo scorso anno (+21,9%); in Campania 133 milioni di euro (+22,3%); in Calabria 44 milioni di euro (+22,9%); in Molise 8,6 milioni di euro (+21,9%). Da segnalare un conto più salato per chi abita a Roma: gli abitanti della capitale dovranno pagare altri 234 euro di Irpef comunale (+104 euro rispetto al 2010) derivanti dall’aumento della addizionale comunale Irpef che, per il 2011, è fissata allo 0,9%. La Uil esprime «forte preoccupazione in quanto tali aumenti rischiano di essere solo un antipasto di quello che potrà succedere con l’attuazione del federalismo fiscale. Basti pensare», sottolinea Loy, «che già con la legge sul fisco municipale, approvata la scorsa settimana, si sono autorizzati quasi 4 mila comuni a innalzare la propria tassa Irpef. Sarebbe stato saggio partire, invece, dalla razionalizzazione della spesa pubblica, definendo, una volta per tutte con chiarezza funzioni, responsabilità, centri di costo di tutti i livelli istituzionali. Sarebbe stato ancor più saggio mettere mano al tema dell’eccesso di troppi livelli istituzionali che non solo costano ma, spesso, comportano inefficienze al sistema decisionale e amministrativo».
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