Torino risparmierà circa 235mila euro all’anno dall’applicazione dei tagli a consiglieri e assessori previsto dal decreto Calderoli. È la stima di Giuseppe Castronovo, presidente del Consiglio comunale. In compenso dovrà sborsare oltre un milione per il funzionamento delle circoscrizioni, visto che il decreto “Milleproroghe” ha stabilito che nei capoluoghi di provincia, da considerarsi alla pari di città metropolitane, i consiglieri hanno nuovamente diritto al gettone di presenza, eliminato con la manovra finanziaria di luglio scorso. Con il rinnovo degli organi amministrativi, in primavera, Torino perderà 10 consiglieri e passerà da 50 a 40 eletti. Quanto alla giunta, potrà contare su 11 anziché 12 assessori. Il consiglio comunale “costa” 1,3 milioni, spese di rappresentanza comprese. I consiglieri hanno diritto a gettoni di presenza in relazione alla partecipazione alle attività, fino a un massimo del 20% dell’indennità del sindaco, tradotto in denari fino a un massimo di 1.650 euro lordi mensili. Un assessore, invece, percepisce un’indennità di carica pari a 5.900 euro lordi mensili. «I tagli ? sottolinea Castronovo ? rappresentano una grave riduzione degli spazi di democrazia e rappresentatività». Si sarebbe potuto ottenere lo stesso risultato, aggiunge, «intervenendo sulle indennità senza ridurre la capacità rappresentativa degli organi amministrativi». La questione, secondo Castronovo, non è economica ma puramente politica. «E il dibattito politico non si è mai veramente aperto».
Risparmi per 235mila euro dopo la «dieta» del ministro
Enti locali – Le amministrative/TORINO
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