Taglio dell’Irap a chi assume

UMBRIA – Sviluppo. Nel bilancio regionale 2011 solo per i contratti a tempo indeterminato

Il Sole 24 Ore Centro-Nord
23 Marzo 2011
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PERUGIA – Taglio dell’Irap doveva essere e taglio dell’Irap è stato fatto. La giunta di Palazzo Donini lo ha inserito nel bilancio preventivo ma, seppur il provvedimento fosse atteso per il rilancio dell’economia, tanto dagli industriali quanto l’opposizione, che si era fatta paladina dell’uso della leva fiscale, arrivano critiche. Nella sua esposizione davanti alla prima commissione del Consiglio regionale, l’assessore al Bilancio, Franco Tomassoni, ha spiegato come le agevolazioni in materia di Imposta regionale sulle attività produttive (Irap) abbiano lo scopo di «incrementare il tasso di occupazione e la stabilità dei posti di lavoro». Funzionerà così: imprese, società e professionisti che nel corso del 2011 incrementano il numero dei dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato, rispetto a quelli registrati il 31 marzo 2010, possono dedurre dalla base imponibile il costo del lavoro del personale neo assunto. La deduzione per l’assunzione o la stabilizzazione dei lavoratori sarà del 50% del costo del lavoro, percentuale che salirà al 75 se vengono assunte donne, lavoratori over 40, disoccupati da oltre un anno. Tomassoni rimarca come il provvedimento rientri nella filosofia complessiva della manovra di bilancio 2011-2013, che complessivamente per il 2011 ammonta a 2 miliardi 75 milioni e 600mila euro, di cui 1,555 miliardi destinati alla sanità. Ma il taglio dell’Irap così fatto non soddisfa a pieno gli industriali. «Proprio un anno fa – ricorda il presidente di Confindustria Umbria, Umbro Bernardini – poco prima delle elezioni regionali, abbiamo consegnato alla presidente Marini un documento programmatico con gli interventi ritenuti prioritari da Confindustria per il rilancio e lo sviluppo delle imprese manifatturiere. Tra queste c’era la richiesta di una manovra di riduzione dell’Irap per alleggerire un onere che le imprese hanno sempre considerato improprio e consentire così ad esse di recuperare liquidità ai fini immediatamente produttivi. Consideriamo ora un segnale politico di positiva apertura l’iniziativa della regione di utilizzare la leva fiscale per ridurre il costo del lavoro, ma – osserva Bernardini – in concreto gli effetti che si producono sembrano davvero marginali». Secondo i numero uno di Confindustria regionale «i posti di lavoro non si creano né con decreti legge, né con incentivi mirati all’occupazione. Solo politiche capaci di migliorare la competitività del territorio e delle imprese e di consentire quindi a queste di ampliare i loro spazi di mercato, possono determinare un aumento stabile del personale occupato». Se Confidustria storce il naso, il centrodestra boccia del tutto il provvedimento. «Siamo profondamente insoddisfatti – afferma il capogruppo Pdl, Raffaele Nevi – perché avremmo voluto una riduzione seria dell’Irap, invece si è voluta circoscrivere solo a chi assume a tempo indeterminato, il che ci fa prevedere che la misura avrà un tiraggio minimo». Nevi sottolinea come «la nostra proposta, che continuiamo a ritenere valida e realistica perché già messa in atto in altre regioni, prevede invece sgravi per giovani e donne che fanno impresa e soprattutto per tutti coloro che reinvestono almeno il 2% del fatturato nell’azienda, come una sorta di Tremonti in salsa regionale. Ma anche per chi assume ingegneri o tecnici».

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