Auto elettrica avanti piano

Molto lenta in Italia la diffusione. Anche per le regole, diverse da Comune a Comune

Italia Oggi
23 Marzo 2011
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E se la Cina, invece di copiare, stavolta fosse all’avanguardia? Nell’auto elettrica è una possibilità concreta. In Cina la diffusione sia molto rapida, più veloce che in Europa. Ma adesso la crisi nel mondo arabo e i conseguenti rischi nell’approvvigionamento di petrolio determineranno anche da noi un’accelerazione delle auto elettriche. Ma molto dipende da cosa succederà all’energia elettrica da fonte nucleare, di grande disponibilità e basso costo di produzione. I fumi radioattivi che tuttora salgono dalla centrale di Fukushima offuscano in parte anche le prospettive della mobilità elettrica. La catastrofe che ha fatto seguito allo tsunami in Giappone pesa come un macigno sullo sviluppo del nucleare. Stanno infatti crollando molte certezze sull’atomo sicuro, soprattutto in quei Paesi, come l’Italia, sul punto di riaffacciarsi alla ribalta del nucleare, precipitosamente abbandonato dopo Chernobyl. Quale il futuro dell’auto che fa il pieno con la spina? Un dato è certo: il noleggio è la soluzione ideale per adoperare tecnologie in rapida evoluzione, come quella dell’auto elettrica, che richiedono consistenti dotazioni di servizi collaterali (come la fornitura di energia per la ricarica), il loro prezzo d’acquisto è notevole e altrettanto importante è l’obsolescenza, in particolare di componenti come gli accumulatori. A che punto è l’offerta elettrica nel noleggio a lungo termine? Il problema non è la disponibilità di veicoli, ma la distribuzione dell’energia e l’assistenza. Su questo concordano i big. I primi settori che si rivolgeranno al full electric sono le utility e i comparti direttamente collegati alla pubblica amministrazione. Eppure ai clienti l’elettrico già piace. Parola dell’Aniasa, secondo la quale l’80% mostra interesse a questa classe di prodotto. «Le auto elettriche ci sono, ma va precisato che restano per ora circoscritte alla mobilità urbana», sostiene Paolo Ghinolfi, presidente di Aniasa. «Se ne cominciano a vedere sempre più e le stiamo già consegnando ai clienti. Ritengo che l’elettrico continuerà a svilupparsi nonostante la catastrofe che ha colpito il Giappone. Soprattutto, credo che la soluzione di passaggio sia rappresentata dall’ibrido di seconda categoria, il plug-in, che consente una mobilità urbana di 40-50 km, ricorrendo al motore termico per girare fuori città». Il presidente di Aniasa cita anche le difformità normative tra gli elementi che, se non ostacolano, certo non incentivano la diffusione dei veicoli elettrici: da Regione a Regione e addirittura da Comune a Comune ci sono regole diverse, spesso in contrasto tra loro. «Oggi, per esempio», spiega Ghinolfi, «è difficilissimo dare indicazioni precise sull’uso delle macchine elettriche perché un’automobile di questo tipo ha agevolazioni diverse da un Comune all’altro; questo fa sì che in certe città l’auto elettrica possa circolare sulle preferenziali, a Milano no. Un vero pasticcio: il nostro mestiere è fare consulenza ai nostri clienti, alle aziende, attraverso i nostri contatti diretti, attraverso la rete; non potremmo più lavorare se dovessimo trattare in maniera diversa con ciascun Comune d’Italia». A mettere d’accordo le insufficienze della rete distributiva, le normative locali e l’esercizio a breve raggio, compatibile con le attuali tecnologie delle batterie, potrebbero essere le due ruote. Gli scooter elettrici come banco di prova del noleggio di veicoli a emissioni zero. È la strada su cui si sta incamminando Peugeot, che allo scorso Eicma, il Salone del Ciclo e Motociclo di Milano, ha presentato due versioni del suo scooter a propulsione elettrica, insieme a una formula di noleggio adatta ad agevolarne la diffusione. «Il tema delle due ruote è delicato per noi, a causa della facile danneggiabilità dei mezzi e dell’elevata incidentalità, che rendono proibitivi i costi assicurativi», precisa Ghinolfi, «l’avvento dell’elettrico e dell’ibrido potrebbe essere la soluzione-ponte per le moto a noleggio: limitatamente alla circolazione urbana è più facile gestire la parte assicurativa, ed è più abbordabile anche l’aspetto tecnologico, con le colonnine di prossimità per la ricarica nelle residenze delle persone, piuttosto che le più complesse colonnine con stalli adatti alle automobili».

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