Se è vero che l’alba completa del federalismo arriverà solo tra sette anni i primi riflessi sui contribuenti si vedranno già nell’immediato. E interesseranno soprattutto immobili e auto. Con un impatto non di poco conto per un Paese che vede l’80% della sua popolazione abitare in una casa di proprietà e che è secondo al mondo per il numero di vetture ogni mille abitanti. Le prime date fissate nel calendario delle ricadute concrete della riforma interessano i proprietari di casa, specie se infedeli al fisco. Oltre all’avvio della cedolare secca sugli affitti, il decreto sul federalismo municipale assegna ai Comuni il maggior gettito che si genera quando viene scoperta una «casa fantasma», sconosciuta al catasto. La legge di conversione del «milleproroghe» ha concesso ai proprietari i tempi supplementari, ma dal 1° maggio partiranno le super-penalità che attribuiranno anche all’immobile una rendita presunta retroattiva a partire dal 2007; oltre alla sanzione (516 a 4.132 euro), chi viene pescato si troverà a dover pagare quattro anni di tasse arretrate, a meno che fornisca (e non è facile) prove certe sul fatto che la casa incriminata è stata costruita dopo. Nel mirino, dopo le regolarizzazioni, ci sono ancora 900mila case spuntate senza informare il fisco. I proprietari che vogliono sfidare il rischio possono contare sul fatto che i Comuni, dopo aver individuato le case fantasma, dovranno gestire la patata bollente dell’abusivismo, e potrebbero decidere di rinunciare al gettito per evitare problemi. Nessuna difesa, invece, proteggerà l’almeno mezzo milione di italiani che danno in affitto un immobile senza registrare il contratto: per loro la data chiave è il 6 giugno, 60 giorni dopo l’entrata in vigore del decreto sul federalismo municipale, e la minaccia principale arriverà dagli inquilini. Da quel giorno, infatti, chi viene pizzicato con un affitto in nero, oltre alle sanzioni, si vedrà abbassare per quattro anni il canone al triplo della rendita catastale, cioè a livelli decisamente più bassi di quelli di mercato (lo «sconto» per l’inquilino, dove gli affitti sono più alti, può arrivare al 90%). Sessanta giorni è anche il termine entro il quale dovrà arrivare il regolamento governativo che spiega come e quando sarà sbloccata l’addizionale comunale all’Irpef. Che potrà salire dello 0,2% l’anno con un tetto dello 0,4 per cento nel biennio. Se l’Esecutivo non si pronuncerà entro quella data i sindaci potranno comunque procedere allo “scongelamento”. Con una precisazione: l’eventuale innalzamento non avrebbe comunque effetto sulla determinazione del-l’acconto. Identico il meccanismo per la tassa di soggiorno, che può chiedere ai turisti fino a 5 euro per ogni pernottamento; anche in questo caso è previsto un regolamento attuativo entro 60 giorni, ma i Comuni potranno comunque applicare l’imposta se non arriveranno le istruzioni governative. E sempre da quest’anno al via le novità sul fisco per gli automobilisti, che dovranno fare i conti con le aliquote differenziate dell’Rc auto e la nuova Ipt (si veda l’articolo a fianco). Si dovrà invece aspettare il 2013 per vedere ritoccate all’insù le addizionali regionali all’Irpef. Alla quota fissa dello 0,9% ogni governatore potrà aggiungere: il primo anno lo 0,5% su tutte le fasce di reddito; nel 2014 l’1,1% e dal 2015 il 2,1% (in entrambi i casi sui redditi superiori a 15mila euro). In un secondo momento la quota fissa dello 0,9% verrà rideterminata con Dpcm per assorbire l’eliminazione della compartecipazione regionale all’accisa sulla benzina. Ragion per cui potrebbe salire di circa l’1 per cento. Senza aggravio però per il contribuente che si vedrà ridotto di un importo analogo le aliquote statali. Dovranno attendere il 2013, infine, tutti quei contribuenti che oggi non beneficiano delle detrazioni per carichi di famiglia e che invece potrebbero vedersele riconosciute con legge regionale.
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