Con il contenimento della spesa scritto nella manovra e nel Documento di economia e finanza i sindaci saranno costretti ad accumulare un avanzo ulteriore di 2,5-3 miliardi di euro, con un taglio a regime del 15% sugli investimenti. Ieri sera l’associazione dei Comuni ha portato questi numeri, elaborati dall’Ifel, alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, nel corso delle audizioni su un Def giudicato «insostenibile» dagli amministratori locali. Il problema, hanno sottolineato i sindaci, continua a essere il «carico squilibrato» imposto dalle manovre ai diversi livelli di Governo. Il Def, e questa è la prima obiezione, non permette di scorporare puntualmente gli effetti tendenziali su Stato, Regioni ed Enti locali. Alla luce dei dati disponibili, però, gli enti locali calcolano di dover sostenere circa il 60% della riduzione complessiva della spesa prevista nel 2012, pari a 1,7 punti di Pil. In questo modo, sottolineano, si aggravano le tendenze che «hanno più volte messo in crisi i Comuni e, indirettamente, le imprese» che lavorano per gli enti locali. Di qui le richieste dei sindaci, che tornano a chiedere una golden rule sul Patto di stabilità per dare ossigeno agli investimenti e una revisione delle sanzioni. Mentre, ricordano, non è ancora stato emanato il Dpcm sulla redistribuzione del Patto 2011 approvato ormai da oltre due mesi.
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