Stamane il quarto conto energia torna all’attenzione dei governatori di regione. Dopo l’altolà della settimana scorsa al testo in Conferenza stato-regioni, la bozza di decreto ministeriale in materia di incentivi per gli impianti fotovoltaici va in Conferenza dei presidenti delle regioni, prima del parere che le autonomie locali dovranno esprimere nel corso della riunione dell’Unificata, prevista, sempre per oggi, a Mezzogiorno, al ministero per i rapporti con le regioni. Ieri, i tecnici del dicasatero dello sviluppo economico hanno lavorato al testo per limare i contenuti, che hanno portato al rinvio del provvedimento. Paolo Romani, capo del dicastero di via Veneto, ha annunciato, che il governo rivedrà la strategia energetica dopo il disastro alla centrale nucleare giapponese di Fukushima, dando impulso alle rinnovabili dopo lo stop deciso in senato al piano nucleare italiano sancito, con un emendamento al dl 34/2011. Romani, rispondendo a un question time alla Camera, ha chiosato: «Il programma del governo di ritorno al nucleare fissato nel 2008 è stato superato dagli accadimenti di Fukushima, in risposta ai quali è stata decisa prima una moratoria e poi, a causa dell’evolversi della situazione giapponese l’abrogazione dell’impianto normativo di ritorno all’atomo. Ottenendo così lo stesso effetto di un eventuale esito abrogativo del referendum previsto». In questa settimana i contatti dell’esecutivo italiano sul tema con gli altri paesi europei sarebbero stati continui. L’obiettivo è rivedere la strategia continentale sul nucleare. «Ci siamo inseriti in questo percorso a cui vogliamo contribuire con l’avvio della nostra Agenzia per la sicurezza nucleare», ha aggiunto Romani. E «l’emendamento approvato dal Senato e proposto dal governo al dl omnibus affida all’esecutivo il compito di predisporre la strategia energetica nazionale». Questa, ha spiegato il ministro, «vedrà sicuramente un impulso alle rinnovabili, competitive grazie al nuovo sistema di incentivazione ma dovrà tenere conto anche di altri temi come l’efficenza energetica, il risparmio energetico e il completamento delle reti intelligenti». Il ricorso delle imprese estere. Intanto, un gruppo di operatori stranieri (AES Solar Energy BV, Akuo Energy Sas, Fotowatio Renewable Ventures, Martifer Solar S.A., Siliken S.A. Solarig N-Gage S.A. e Wurth Solar GmbH & co. KG) ha annunciato ieri di aver intrapreso, con funzione preventiva, una procedura contro lo stato italiano ai sensi dell’art. 26 del trattato sulla Carta dell’energia, firmato a Lisbona il 17 dicembre 1994. Le imprese reagiscono ai contenuti della bozza del nuovo decreto ministeriale (anticipata da ItaliaOggi il 20 aprile scorso), che fissa nuove tariffe incentivanti per gli impianti fotovoltaici in esercizio dal 31 maggio 2011 (Quarto conto energia), Si tratta di aziende, che hanno già in funzione centrali per un investimento totale di un miliardo e mezzo di euro. E che avevano già stanziato investimenti per ulteriori 550 milioni di euro, ora a rischio, a seguito al blocco del terzo Conto energia deciso col dlgs 3 marzo 2011. Con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. L’azione avviata da questi investitori esteri del fotovoltaico consiste, praticamente, nella richiesta di ‘messa in mora’ dello stato italiano, in base al trattato di Lisbona. Questa procedura richiede, che prima di un’eventuale causa intercorra un tentativo di accordo bonario. Ieri le imprese hanno fatto questo tentativo, inviando una lettera alla presidenza del consiglio, ai ministeri dello Sviluppo economico e dell’ambiente, alla segreteria del Consiglio dei ministri ed alla presidenza della Conferenza stato-regioni; nella missiva le imprese estere sottolineano gli aspetti critici della bozza. Se il tentativo non andrà a buon fine, dopo 90 giorni le imprese presenteranno ricorso a tre organismi internazionali: l’Uncitral (Commissione delle Nazioni Unite per il Diritto Commerciale Internazionale), l’Icsid (International Centre for the Settlement of the Investment Disputes), e la camera artitrale di Stoccolma. Per i ricorrenti le previsioni normative contenute nel quarto Conto energia (così come quelle del dlgs. rinnovabili di inziio marzo) violano gli obblighi nascenti dal Trattato di promozione e tutela degli investimenti, previsti all’articolo 10 del Trattato sulla Carta dell’Energia. E più specificamente: l’obbligo di creare condizioni stabili, eque, favorevoli e trasparenti per gli investitori di altri stati, che effettuano investimenti nel territorio italiano; il trattamento di piena tutela e sicurezza di cui devono beneficiare gli investimenti; il divieto di pregiudicare con misure ingiustificate e discriminatorie la gestione, il mantenimento, l’impiego, il godimento o l’alienazione degli investimenti.
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