MILANO – Mantenere un livello di controlli adeguato senza insistere su accertamenti che dovessero rivelarsi infondati. Tra queste due coordinate si dovranno muovere gli uffici dell’agenzia delle Entrate secondo le indicazioni date con la circolare 21/E del 2011, diffusa ieri. L’idea è che “i margini di miglioramento” siano realizzabili attraverso un utilizzo più mirato delle banche dati e dell’incrocio delle informazioni a disposizone del Fisco. Un obiettivo che – spiega la circolare – non si potrà dire raggiunto fino a che ci sarà un numero rilevante di controlli che si concludono con esito “esiguo” o “negativo”. Gli obiettivi monetari – la circolare lo ricorda – ci sono eccome. E in una precedente nota l’amministrazione centrale, nel prefissarli per le diverse realtà territoriali, aveva precisato che questi si ritengono raggiunti se i risultati finali si collocano in un risultato di confidenza che va dal 95 al 105% di quelli assegnati. Sottolinea però la circolare che pur tenendo fissi questi obiettivi si possono sia migliorare le prestazioni, sia evitare atteggiamenti vessatori contro i contribuenti, come ha sottolineato il direttore delle Entrate, Attilio Befera, da ultimo con la lettera dello scorso 5 maggio. Il messaggio che emerge costantemente dalla circolare è comunque che per ottenere gli obiettivi prefissati ogni passo va ponderato e nulla va mai dato per scontato. Per esempio mai abbandonare i contribuenti già accertati in passato per evitare fenomeni di “ricaduta”. Nel caso del tutoraggio riservato ai contribuenti di grandi dimensioni si ricorda che questi (in modo particolare) in materia di prezzi di trasferimento, sulla base del Dl 78 del 2010, hanno avuto la possibilità di rapportarsi all’amministrazione attraverso un meccanismo di “disclosure”, ovvero di trasparenza, che va valutato quando va tracciato il profilo di rischio per ciascuno di questi soggetti. Un elemento decisivo, visto che per i soggetti di grandi dimensioni tra gli indicatori di rischio più rilevanti c’è il ricorso a operazioni di arbitraggio internazionale e l’arbitraggio basato sullo sfruttamento di strumenti/soggetti ibridi o di strumenti finanziari complessi. Inoltre quest’anno il tutoraggio raggiunge 2mila imprese, pari a 2/3 della platea complessiva dei soggetti di rilevanti dimensioni, che dal 2009 al 2010 si è ridotta di circa mille unità (passando da 4mila a 3mila), ma gli uffici vengono invitati a prepararsi al 2012 quando al tutoraggio saranno sottoposti tutti i soggetti con volume d’affari o ricavi superiori a 100milioni di euro. Tra le altre novità che riguardano questi soggetti, le nuove modalità di accertamento nel caso del consolidato, semplificate dal Dl 78 del 2010. Un monito che viene dato agli uffici per questi contribuenti è che una volta che sia stata data la risposta a un interpello, gli uffici locali tengano sotto controllo che le soluzioni prospettate dall’Agenzia vengano adottate poi effettivamente dalle imprese. Per le imprese di medie dimensioni, sulla scorta del Dl 78, il piano di controllo prevede che ne sia messo sotto la lente circa un quinto del totale. Per questi soggetti la “competenza” è delle direzioni provinciali che ormai sono attive in tutta la penisola. Una prima indicazione per queste è il coordinamento con Guardia di finanza per i controlli da effettuare, ma anche tra gli uffici provinciali e quelli territoriali. Tre le mosse per dare scacco all’evasore: mappatura, censimento dei rischi e selezione dei contribuenti da sottoporre a controllo. Un “occhio di riguardo” sarà riservato alle imprese che non sono state controllate negli ultimi quattro anni e che presentano perdite “sistemiche”. In ogni caso l’agenzia si aspetta recuperi rilevanti di evasione dai controlli su questa fascia di contribuenti. Anche sul Terzo settore e gli enti che beneficiano di regimi agevolati (cooperative e agricoltura) la guardia resta alta. I risultati del 2010 in questo settore sono stati rilevanti, ma i controlli proseguono, perseguendo soprattutto le situazioni che possono nascondere i fenomeni di evasione più rilevanti. Oltre alle attività mirate su tipologie di contribuenti, vengono segnalate, come da tradizione, anche quelle “trasversali”, legate cioè alle caratteristiche delle azioni da mettere sotto osservazione. In materia di antifrode per esempio viene indicato l’obiettivo di affinare l’analisi di rischio, ma anche di mettere in atto controlli tempestivi, nel caso servissero azioni cautelari. E un posto rilevante in questo ambito verrà riservato comunque alle indebite compensazioni Iva. Allo stesso modo resta alta l’attenzione sulle fittizie residenze all’estero e sulle esterovestizioni.
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