I Comuni campani attendono, ma i fondi europei tardano ad arrivare. In Campania, secondo i dati Ifel-Anci, ci sono circa 200 progetti di Comuni per i quali la Regione non ha ancora pagato alcun impegno. Tra questi, i casi più evidenti riguardano le città di Avellino e Salerno, la prima con un contributo pubblico assegnato (e non pagato) di circa 10 milioni e 560 mila euro, e la seconda con una somma di oltre 38 milioni. La situazione più critica si registra a Salerno, dove i progetti più rilevanti riguardano la stazione marittima, il sistema degli asili, la portualità turistica, il rifacimento del litorale e alcuni interventi nel centro storico. «Abbiamo regolarmente certificato spese già sostenute per 11 milioni di euro – spiegano dal Comune -, di cui 2 milioni e mezzo servono per il pagamento delle ditte impegnate nei lavori». Eppure i soldi non sono ancora arrivati: «Il Comune ha regolarmente adempiuto a quanto di sua competenza rispetto alla realizzazione delle opere e dei crono-programmi assegnati – raccontano dagli uffici competenti – e man mano che questi programmi di avanzamento venivano approvati, ha passato alla Regione le relative richieste di pagamento, che purtroppo restano inevase». Più speranze, invece, ad Avellino, dove i fondi dovrebbero arrivare entro l’anno. «Questi soldi servono a finanziare un programma che contiene dieci progetti e che si chiama Progetto integrato urbano città di Avellino», spiega Goffredo Napoletano, direttore del settore Po Europa del Comune. Un programma che ha come obiettivo quello di intervenire su un’area periferica della città, con nuove infrastrutture, aree verdi e zone da riqualificare, per rafforzare il collegamento tra la periferia e il centro. Nonostante il ritardo, ora tutto è pronto: il protocollo di intesa, l’individuazione delle quote di finanziamento e anche la progettazione esecutiva. Mancano solo i soldi, che, secondo Napoletano, «sono legati alla firma di un accordo di programma che siamo sicuri arriverà entro giugno. Poi partiremo con le gare d’appalto». Il ritardo, spiega Napoletano, «è dovuto al passaggio dalla vecchia alla nuova amministrazione regionale, e a qualche problema con il Patto di stabilità da parte della Regione».
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