ROMA – Un rosario lungo 912 giorni, ben 30 mesi prima di poter incassare le fatture. È il destino delle imprese che lavorano con la sanità pubblica in Calabria, che ad aprile ha raggiunto il record (negativo) di sempre in Italia nei tempi di rimborso ai fornitori del Ssn. Ma non è sola la Calabria nella speciale classifica del disastro da debiti non onorati della sanità pubblica. Crescono infatti senza sosta e ormai hanno rotto tutti gli argini i tempi di rimborso delle Regioni a chi ha consentito di far marciare la macchina della sanità pubblica. Per le industrie biomedicali la media ha toccato ad aprile 301 giorni di stop ai pagamenti con una crescita dall’inizio dell’anno del 5%. Mentre le farmaceutiche attendono in media 262 giorni con un aumento del blocco delle fatture addirittura del 9% nel primo trimestre del 2011. Con un risultato finanziario da brivido: 10 miliardi di crediti impigliati con tutto ciò che ne consegue per la normale vita (e la programmazione d’attività) di un’impresa. Ma se si sommano tutti i fornitori del Ssn, il credito lasciato a volatili “pagherò” ai fornitori vale almeno il doppio. Tac e siringhe, farmaci e farmacie, servizi di lavanderie e di pulizia, mense e servizi tessili e di sterilizzazione. Tutto quanto “fa” sanità, è unito sotto un unico comun denominatore: i rimborsi in tempi biblici da parte del sistema pubblico. Il check più nitido delle gravissime situazioni di grave disagio in cui sono costrette ad operare le imprese di settore, arrivano dagli ultimissimi rapporti di Assobiomedica (biomedicali) e di Farmindustria (farmaci). Che – e non è certo una coincidenza – fotografano entrambe una situazione che rischia di precipitare. Assobiomedica a fine aprile vantava crediti insoluti per un totale di 5,35 miliardi e un ritardo medio di rimborso di 301 giorni: per risalire a un ritardo maggiore bisogna andare indietro a marzo del 2008. Nella classifica dei pagamenti bloccati, la Calabria vanta il record assoluto. Anzi, il record dei record di sempre: 912 giorni prima di pagare i fornitori, con un debito di 441,7 milioni, già di per sé consistente, ancora di più se rapportato al solo bilancio (3,5 miliardi) della sanità calabrese. Va da sé che la Calabria è in cattiva compagnia, anche se qualche lunghezza indietro: 795 giorni aspettano le imprese nel Molise, 765 in Campania (il massimo dal febbraio 2007), 403 nel Lazio. Va da sé che non a caso si tratta delle Regioni con la sanità commissariata: da sole sommano quasi la metà dell’intero debito verso le imprese di Assobiomedica. Sulla stessa lunghezza d’onda le rilevazioni di Farmindustria per quanto riguarda i crediti delle industrie farmaceutiche. Il loro credito vale poco più di 4 miliardi e i tempi di rimborso hanno toccato 242 giorni con un aumento del nove per cento. Per avere dati peggiori si dovrebbe spostare le lancette indietro a due anni fa. Anche con le farmaceutiche la Calabria detiene la maglia nera dei rimborsi con 631 giorni d’attesa, seguita ancora da Molise (528) e Lazio (395). E guarda caso anche con i farmaci la Calabria ha il record di sempre con una crescita di due mesi in poco più di un anno.
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