La cabina unica di regia della Ragioneria generale dello Stato sulla valutazione della spesa non ha raccolto il consenso delle altre amministrazioni statali. Tanto che il Tesoro è al lavoro per limare il testo presento al Preconsiglio di martedì scorso con l’obiettivo di licenziare lo schema del decreto attuativo della legge di riforma della contabilità al consiglio dei ministri di mercoledì prossimo 1° giugno. Tra le principali obiezioni sollevate quella della possibilità che verrebbe concessa alla Ragioneria generale dello Stato di spostare, ricorrendo al “comando”, il personale secondo le proprie esigenze. Ma non solo. Le altre amministrazioni – nell’attuazione della riforma dei controlli di regolarità amministrativa e contabile sulla valutazione della spesa, così come proposta nello schema di decreto – vedrebbero forti rischi di ridimensionamento della propria operatività. Ma cosa prevedono in sintesi i 31 articoli dello schema presentato martedì scorso? In primo luogo la Ragioneria generale dello Stato dovrà adottare ogni provvedimento utile per assicurare la regolarità dei sistemi gestionali e contabili delle singole amministrazioni, nonché svolgere l’analisi dei programmi di spessa concorrendo con le amministrazioni interessate alla revisione delle procedure e dell’allocazione delle risorse in bilancio. Fari puntati, poi, sulla programmazione e la corretta applicazione delle disposizioni di contenimento della spesa. Oggetto dei controlli e del monitoraggio della Ragioneria generale dello Stato così come dei Servizi ispettivi di finanza pubblica saranno, tra l’altro, i decreti di approvazione dei contratti o atti aggiuntivi, gli affidamenti diretti e gli atti di riconoscimento del debito. Sotto la lente finiranno anche il trattamento economico del personale di servizio così come i provvedimenti e i contratti di assunzione del personale «a qualsiasi titolo». Non sfuggiranno gli accordi in materia di contrattazione integrativa così il trasferimento di somme dal bilancio dello Stato ad altri enti o organismi. Saranno sempre e comunque fatti salvi i controlli che la legge riserva alla Corte dei conti, i controlli sulla spesa potranno essere effettuati anche a campione secondo un programma che sarà definito dal Ragioniere generale dello Stato. Passaggio comunque chiave della riforma sulla valutazione della spesa è l’introduzione del controllo successivo. In questo modo gli organi incaricati potranno effettuare l’analisi di regolarità amministrativa e contabile sui rendiconti amministrativi relativi alle coperture di credito alimentate con fondi statali, nonché i rendiconti amministrativi sulla contabilità speciale alimentata da risorse statali e da somme destinate ai contratti di programma. Alle Ragionerie generali e all’Agenzia delle entrate lo schema di decreto assegna il delicato compito di vigilare sulla qualità della riscossione con una «costante attività di verifica sugli agenti della riscossione».
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