«Dobbiamo dare atto al ministro Renato Brunetta di avere puntato molto sull’innovazione e la conferma è in questo rapporto – dice Ernesto Belisario, che è anche un blogger esperto di nuove tecnologie –. I valori che analizza non danno però un quadro compiuto, rappresentativo della totalità della pubblica amministrazione. Che in Italia è ancora legata alla carta». Il rapporto prende in esame infatti 20 servizi pubblici, non tutti; e, aggiunge Guido Scorza, anche lui esperto di Pa digitale, «prescinde dalla loro effettiva utilizzazione. In Italia, soprattutto se si considerano le sperimentazioni, abbiamo decine di servizi attivati da Brunetta ma solo pochissimi sono a regime». Scorza è scettico sui risultati anche perché «il rapporto vi giunge in base solo alle informazioni che ha ricevuto dagli enti nazionali interessati».
Colpisce che tra i Paesi virtuosi ci siano, oltre all’Italia e l’Austria, Malta, Irlanda e Portogallo; mentre Regno Unito , Francia e Olanda sono distanziate. «L’ultimo rapporto del World Economic Forum nota invece il ritardo dell’Italia per l’innovazione nella Pa rispetto agli altri Paesi evoluti», ricorda Belisario. Basta fare un giro sui siti web delle nostre Pa per scoprire lo stato pietoso delle informazioni al cittadino», rincara il giurista Fulvio Sarzana. «In questi giorni – continua – il sito della Prefettura di Roma mostra un avviso secondo cui tutti i ricorsi al Prefetto devono essere presentati solo via raccomandata a/r. Niente posta elettronica perché al momento non certificata».
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