L’acqua pubblica di Nichi Vendola non funziona e lascia a secco centinaia di persone proprio nel giorno del referendum. Rischiando che il diffondersi della notizia potesse far mancare il quorum alla Puglia, scivolata comunque agli ultimi posti dell’affluenza nazionale. E con il sindaco di Bari Michele Emiliano che ha preso la palla al balzo per attaccare il governatore e chiedere la testa dei vertici dell’Acquedotto Pugliese voluti dal governatore. Il cavallo di battaglia di Vendola sin dalla sua prima campagna elettorale, ieri ha rischiato di andargli di traverso. Dopo aver fallito la gratuità dell’acqua e l’abolizione della bolletta, il governatore pugliese ha nominato un nuovo amministratore è ha spostato l’obiettivo sulla ripubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese. Alle ultime elezioni, per ricordarlo ,ha scritto perfino una filastrocca: «giù le mani dalla brocca, l’acqua è nostra e non si tocca». Ieri mattina, proprio mentre mancavano ancora diversi punti percentuali al raggiungimento del quorum, un centinaio di persone a Bari hanno protestato perché l’Acquedotto gli aveva appena tagliato gli allacci. Con tutte le ragioni di un’azienda privata, visto che si tratta di morosi che occupano case abusive. Ma lasciare senza acqua tutte queste famiglie, proprio mentre scoppia il caldo e mentre si punta a spiegare che l’acqua è un bene pubblico che non deve trasformarsi in un bene economico, è diventata una gaffe inimmaginabile; ancor di più nella regione che ha puntato tutto sull’acqua pubblica. Con Michele Emiliano che ha preso al volo la palla e ha immediatamente attaccato «la burocrazia dell’Acquedotto Pugliese ha disposto il distacco dell’acqua alle case degli sfrattati di Japigia proprio il giorno del referendum sull’acqua pubblica. Coincidenze? Non lo so, quel che è certo è che hanno determinato una sommossa popolare senza neanche avvertire preventivamente sindaco e questore. Vendola deve impedire in futuro che accadano cosa del genere in una società pubblica».
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