Accertamenti in stand-by

Il decreto sviluppo – Verso la conversione

Il Sole 24 Ore
17 Giugno 2011
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Per gli accertamenti fiscali stop di un giro ai box. In attesa che dal 1° luglio partano le nuove regole che danno alle pretese fiscali diretta esecutività senza più passare per l’emissione della cartella esattoriale, gli accertamenti relativi agli anni 2007 e 2008 praticamente si fermano. Una nota inviata agli uffici periferici dell’agenzia delle Entrate – a quanto risulta al Sole 24 Ore ? li invita infatti ad attendere che sia attivata la nuova procedura per notificare gli accertamenti relativi alle annualità in questione. A meno che non si tratti di casi eccezionali, per i quali si renda opportuno procedere senza lasciarsi condizionare dall’attesa del nuovo adempimento. Mentre anche il Parlamento, in fase di conversione del Dl Sviluppo, sta decidendo nuovi interventi su quanto accadrà dal 1° luglio, le Entrate consigliano agli uffici un po’ di pazienza in modo da utilizzare la nuova procedura e attivare gli accertamenti in uscita già in versione rafforzata. I casi eccezionali di cui parla la nota delle Entrate non dovrebbero riguardare annualità in scadenza, ma il 2007 e il 2008 che sono interessate dalla nuova procedura. Si tratterà quindi di casi, che, appunto, presentano carattere di eccezionalità. La nota delle Entrate ricorda che dal 1° luglio 2011 saranno in vigore le norme del Dl 78 del 2011 che hanno mandato in soffitta la cartella esattoriale, ma che per gestire i nuovi accertamenti occorrerà una nuova procedura che sarà attivata a partire da quella data, in attesa della quale si consiglia dunque di aspettare. L’articolo 29 del Dl 78 del 2010 prevede che l’avviso di accertamento emesso dall’agenzia delle Entrate diventa titolo esecutivo, senza che sia più necessario aspettare la cartella esattoriale, una volta che siano decorsi sessanta giorni dalla notifica. L’atto deve espressamente recare l’avvertimento che, decorsi trenta giorni dal termine ultimo per il pagamento, la riscossione delle somme richieste, in deroga alle disposizioni in materia di iscrizione a ruolo, è affidata in carico agli agenti della riscossione anche ai fini dell’esecuzione forzata. Il rafforzamento della procedura dunque prevede anche nuovi obblighi di segnalazione e quindi un aggiornamento dei formulari utilizzati dagli uffici al momento della notificazione dell’atto di accertamento. Il fisco si ferma anche in attesa delle limature che il Parlamento sta operando in questi giorni sulle disposizioni del Dl 78 del 2010 (si veda anche l’articolo a fianco). La conversione del Dl Sviluppo comporterà infatti un aggiustamento sui tempi della sospensione dell’esecuzione (180 giorni invece di 120) e le somme da versare a titolo provvisorio in caso di riscossione (30 anziché 50 per cento). A difesa del contribuente, sarà invece “stressato” il giudice tributario, che in caso di ritardo può essere interessato da provvedimenti disciplinari, che possono portarlo fino all’addio alla toga. Una situazione sulla quale dal dibattito parlamentare non sembrano emerse novità o attenuazioni e per le quali c’è grande fermento da parte dei giudici tributari. A nulla è servito il tam tam che di convegno in convegno in questi giorni trasmette il malcontento della categoria. Da ultimo ieri i commercialisti della Sicilia hanno tenuto a Catania un seminario sull’argomento, con l’intervento della presidente del Consiglio di presidenza della giustizia tributaria, Daniela Gobbi e di Giorgio Benvenuto, ex presidente della commissione Finanze del Senato.

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