BOLOGNA – Divieto di cumulabilità degli incarichi, limite di due mandati “interi”, almeno un terzo di donne fra i nominati e nessuna designazione in Cda per ex sindaci ed ex assessori prima che siano trascorsi tre anni dalla fine del mandato (emendamento voluto dalla Lega Nord e accolto dalla maggioranza). Il neosindaco di Bologna, Virginio Merola, manda in porto le nuove disposizioni sul fronte delle nomine nelle partecipate. E, per combinazione, questo avviene durante la “vacatio” seguita alla vittoria dei sì al primo dei quattro referendum del 12-13 giugno, che ha avuto come effetto collaterale l’abrogazione del regolamento attuativo (Dpr 168/2010) che impediva agli ex politici di ricollocarsi nei Cda delle partecipate (esclusi i settori dell’energia e delle farmacie). Due i passaggi che hanno portato Bologna a dotarsi di queste nuove disposizioni: l’approvazione da parte del Consiglio comunale degli «Indirizzi generali per le nomine e le designazioni» con le disposizioni antiriciclo per i politici e la nomina da parte del sindaco, proprio ieri, di tre “saggi” chiamati a coadiuvarlo («in maniera non vincolante» spiega il vicesindaco Silvia Giannini) per designare i rappresentanti del Comune presso società e istituzioni. Questo comitato dovrà esprimersi sulla base delle indicazioni che verranno dai curricula raccolti su una pagina del sito del Comune, disponibile da oggi fino al 7 luglio. Unica condizione: bisogna dare un’”indicazione specifica” per il posto richiesto. Non si tratta insomma di un albo o una graduatoria a cui iscriversi una volta per tutte.
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