Fondo sanità 2013 a 109,3 miliardi

Ssn. La crescita della spesa ridotta allo 0,5% sul 2012, torna all’1,4% nel 2014

Il Sole 24 Ore
6 Luglio 2011
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ROMA – Ben 2,5 miliardi nel 2013 e altri 5 nel 2014: valgono complessivamente 7,5 miliardi nel biennio i tagli alla sanità in termini di riduzione dell’indebitamento netto della Pa. Che però come saldo netto da finanziare salgono a 7,950 miliardi, con altri 450 milioni nel 2014. Il livello del finanziamento del Servizio sanitario nazionale, scontati gli effetti della manovra, diventa così di 109,294 miliardi nel 2013 e di 110,786 miliardi nel 2014, con una crescita nel 2013 dello 0,5% sul 2012 (108,780 miliardi) e quindi dell’1,4% nel 2014 sull’anno prima. Eccolo, riassunto nella relazione tecnica al decretone del Governo, il valore del salasso che viene chiesto all’assistenza sanitaria nel biennio più duro della manovra per riportare in carreggiata i conti pubblici. La sanità insomma pagherà più del 20% dei tagli in arrivo, e non caso la scontentezza è grande e generalizzata nell’intero universo del Ssn: governatori, sindacati dei dipendenti e dei convenzionati, medici e dirigenti del Ssn (che ieri hanno proclamato lo stato di agitazione e gli “stati generali della sanità” già questo mese), imprese. E naturalmente prima di tutto i cittadini, chiamati a pagare sempre più le cure di tasca propria: con i ticket, ma non solo. Anche in termini di servizi che rischiano sempre più di restare scoperti, come potrà accadere ad esempio per effetto della proroga del turn over del personale. Effetti, paradossalmente ma non troppo, che saranno più pesanti proprio nelle Regioni sotto lo schiaffo dei commissariamenti e dei piani di rientro dai disavanzi, dove già oggi i servizi sono più ridotti e l’effetto ticket sta diventando sempre più pesante. Col rischio di vanificare la speranza di ridurre il gap dalle Regioni del Centro-nord che dovrebbero fare (almeno in parte) da benchmark. Una mancanza di prospettive che si riflette anche nell’assenza di un programma di investimenti aggiuntivi e, dunque, di un rilancio infrastrutturale complessivo, e non solo al Sud. Tutto questo sotto la spada di Damocle del federalismo fiscale e dei costi standard, dai riflessi ancora oscuri (si costruiranno per il 2013 in base ai risultati dei bilanci consuntivi del 2011) in termini di minori finanziamenti per le “Regioni canaglia”, ma anche potenzialmente per altre Regioni oggi quasi in equilibrio. Intanto i tagli e la razionalizzazione dei servizi in tutta Italia procedono a passo spedito. È proprio di ieri il rapporto preliminare del ministero della Salute sui ricoveri nel 2010, che risultano ancora in discesa: il 4,9% in meno rispetto al 2009, con 3,7 milioni di giornate di degenza in meno. Ma evidentemente ancora non basta. E i tagli in arrivo nel 2012-2013 lo dimostreranno.

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