«Scelta politica» del Governo. È stato lo stesso Antonio Azzollini (Pdl), relatore alla manovra di ferragosto e presidente della commissione Bilancio del Senato, a chiarire in Aula a Palazzo Madama il motivo della cancellazione “notturna” della norma sulla certificazione dei debiti della Pa nei confronti delle Pmi. Nel corso dell’esame del maxi-emendamento depositato ieri mattina dal Governo, infatti, alcuni senatori della Bilancio hanno subito chiesto spiegazioni sul taglio della norma che era stata approvata soltanto pochi giorni prima dalla Commissione. La risposta dell’Esecutivo, ha riferito Azzollini, «è stata politica e molto chiara: il Governo non ha ritenuto di porlo nell’emendamento». È soltanto uno dei principali dietrofront dell’Esecutivo sulle misure alla fine introdotte nella manovra, che si va ad aggiungere al blocco delle tredicesime per gli statali, alla pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti o ancora alla soppressione degli enti che hanno fino a 70 dipendenti. A beneficiare della certificazione dei debiti maturati dalla pubblica amministrazione e della contestuale possibilità di cedere il credito alle banche, sarebbero stati tutti i titolari di partita Iva, imprese artigiane e piccole imprese. Queste, infatti, anziché attendere “invano” la liquidazione dei corrispettivi per servizi e prestazioni rese nei confronti di strutture pubbliche, trascorsi sei mesi dalla scadenza del contratto avrebbero potuto vedersi versare dalla propria banca l’intero importo del credito vantato nei confronti della Pa. Principio condivisibile, aveva sottolineato il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri, ma che il Governo fin da subito aveva provato a bloccare sostenendo che la misura incideva sull’indebitamento poiché la certificazione dei crediti farebbe emergere somme non contabilizzate secondo i principi europei del Sec2 utilizzati per la stesura dei bilanci pubblici. Dal testo finale del decreto salta anche il possibile blocco delle tredicesime degli statali, nel caso in cui l’amministrazione di appartenenza non sia riuscita a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle spese. A pagare sarà soltanto il dirigente responsabile con un taglio fino al 30% dell’indennità di risultato. Annunciata come operazione trasparenza nel contrasto all’evasione, Governo e maggioranza fanno marcia indietro sulla possibilità concessa ai Comuni di pubblicare sui propri siti on line le dichiarazioni dei contribuenti. Alla fine la pubblicazione delle dichiarazioni potrà avvenire solo per categorie o aggregati di contribuenti. Sempre in tema di lotta all’evasione scompare anche l’obbligo di indicazione nelle dichiarazione dei redditi delle coordinate bancarie dei contribuenti. Questa possibilità, insieme al pagamento con moneta elettronica, resta una delle due condizioni necessarie alle Pmi per beneficiare della riduzione delle sanzioni tributarie. Valzer tutto in casa leghista sul taglio degli enti fino a 70 dipendenti. Introdotto in manovra su iniziativa del ministro per le Semplificazioni è stato poi cancellato dalla commissione e non più recuperato nel maxi-emendamento. A salvarsi così sono non solo l’Accademia dei Lincei o quella della Crusca, ma anche i consorzi della Valtellina.
FUORI DAL MENÙ
Certificazioni di crediti con la Pa
Con il maxi-emendamento il Governo cancella la norma, proposta dalle opposizioni, che avrebbe consentito alle Pmi, trascorsi sei mesi dal contratto, di ottenere la certificazione del credito avventato con la pubblica amministrazione e conseguentemente di cedere alle banche il credito per vedersi corrispondere subito l’intero importo. La decisione politica del Governo sarebbe giustificata dal fatto che il nuovo meccanismo avrebbe inciso sull’indebitamento facendo emergere somme non contabilizzabili secondo i principi europei Sec2 usati per la stesura dei bilanci pubblici.
Blocco delle tredicesime
Salta il blocco delle tredicesime per i dipendenti pubblici delle amministrazioni che non riescono a centrare gli impegni di riduzione delle spese.
Lotta all’evasione
Cade l’obbligo per i contribuenti di indicare nelle dichiarazioni dei redditi le proprie coordinate bancarie. La pubblicazione on line delle dichiarazioni dei redditi sui siti dei Comuni non riguarderà i singoli contribuenti ma aggregati e categorie.
Tagli ai mini enti
Cancellata del tutto la norma che imponeva la chiusura degli enti fino a 70 dipendenti. Si salvano l’Accademia della Crusca, quella dei Lincei e i consorzi della Valtellina.
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