Sicilia più colpita Ragusa va al 2017

Il Ddl sull’abolizione delle Province

Il Sole 24 Ore Sud
14 Settembre 2011
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In Sicilia la polemica infuria da anni e oppone frontalmente Raffaele Lombardo, governatore della Regione che vuole cancellare le Province, e Giuseppe Castiglione, che oltre a guidare la Provincia di Catania è anche il presidente nazionale del l’Unione delle Province italiane (Upi). Il disegno di legge costituzionale approvato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri, se riuscirà ad arrivare al traguardo dopo due letture parlamentari e un eventuale referendum, chiuderà i termini di un dibattito che finora nell’Isola, come nel resto d’Italia, ha prodotto solo polemiche di carta ma nessuna iniziativa concreta. L’abolizione delle Province approvata la settimana scorsa, infatti, modifica la Costituzione e si applica direttamente anche ai territori a Statuto speciale, con l’unica eccezione di Trento e Bolzano dove le Province autonome svolgono in pratica i compiti della Regione (e allora ci si domanda che cosa ci stia a fare anche il Consiglio regionale, ma è un altro problema). Solo in Sicilia, il tramonto delle Province dovrebbe far scomparire il 40% dei 649 posti da consigliere o assessore provinciale (oltre ai presidenti, ovviamente) che la norma è chiamata a cancellare in tutte le regioni meridionali. Un taglio imponente, certo, che però potrà avvenire con una certa calma: per una questione di calendario, la Sicilia potrebbe infatti ospitare una Provincia fino al 2017. È quella di Ragusa, che andrà al voto il prossimo anno, cioè prima di quando la legge costituzionale comincerà a dispiegare i propri effetti (è previsto anche un anno di “salvaguardia” dopo la sua entrata in vigore). Gli elettori ragusani, quindi, dovrebbero essere comunque chiamati al voto e ad avviare un nuovo mandato amministrativo, che non può certo esaurirsi prima dei tempi di legge. Se i tempi saranno più lunghi, invece, il tema della “sopravvivenza” provinciale si estenderà a Catanzaro e alla maggioranza delle Province siciliane, che hanno rinnovato Giunta e Consigli nel 2008. La partita è aperta, e l’esito rimane tutt’altro che scontato.

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