Toccherà al federalismo fiscale riuscire dove la manovra ha fallito. Per un attimo la legge 148/2011 nel suo tortuoso iter al senato, è sembrata rendersi conto che i ritardati pagamenti della p.a. costituiscono un problema da affrontare subito, soprattutto in una fase di crisi economica. Ma poi la ricetta individuata per dare un po’ di respiro alle imprese (la cessione dei crediti alle banche) è stata subito espunta dal maxiemendamento del governo che ha riscritto il decreto di Ferragosto. Ora la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (n. 219 del 20/9/2011) del decreto legislativo su premi e sanzioni (dlgs n. 149/2011), l’ultimo attuativo del federalismo fiscale, rimette in mora le parti in causa: non solo stato, regioni ed enti locali, ma anche le banche. Entro gli inizi di dicembre, infatti, i rappresentanti del ministero dell’economia, della Conferenza delle regioni, dell’Anci, dell’Upi e dell’Abi dovranno sedersi attorno a un tavolo e studiare il da farsi. Valutando come far fronte alla carenza di liquidità delle imprese, come agevolare gli enti attraverso forme di compensazione a livello regionale del patto di stabilità e come incentivare la cessione alle banche dei crediti (certi, liquidi ed esigibili) vantati nei confronti della p.a. Il tavolo tecnico dovrà essere istituito entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto che scatterà il prossimo 5 ottobre. E tra le altre cose dovrà anche occuparsi di leasing e project financing, chiarendo per esempio, quando un contratto avente ad oggetto la costruzione e la successiva concessione in locazione finanziaria di un immobile non rappresenta una scorciatoia per eludere il patto di stabilità. Sempre entro il 5 dicembre dovrà vedere la luce lo schema di relazione di fine mandato, ossia il testamento di fine legislatura che governatori, sindaci e presidenti di provincia dovranno obbligatoriamente redigere almeno tre mesi prima di lasciare la poltrona. Il modello di interesse per i presidenti regionali dovrà essere predisposto dalla Conferenza stato-regioni, d’intesa con i ministeri degli affari regionali, dell’economia, delle riforme e della salute. Per le regioni alle prese con i piani di rientro della sanità sarà messo a punto un modello ad hoc. Per gli enti locali la relazione tipo sarà definita dalla Conferenza stato-città d’intesa col Mef e il Viminale. E terrà conto delle specificità dei piccoli comuni. Ci sarà tempo invece fino a gennaio 2012 per individuare il paniere di tributi su cui calcolare la quota del 50% spettante alle province a titolo di premio per la lotta all’evasione. Il dlgs 149 coinvolge anche gli enti intermedi (gli unici fino a questo momento esclusi) nella partecipazione all’accertamento fiscale, riconoscendo la metà delle tasse non pagate all’erario e riscosse a titolo definitivo. Entro il 5 ottobre 2012, governo, regioni, province e comuni dovranno mettersi d’accordo per individuare le capacità fiscali dei singoli territori. L’intesa dovrà definire un programma triennale di contrasto all’evasione fiscale, nonché premi e sanzioni a seconda che gli obiettivi vengano raggiunti o meno. Se entro un anno dall’entrata in vigore del decreto non sarà trovato l’accordo ci penserà palazzo Chigi con un dpcm.
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