Sicurezza, enti in affanno

Dati della prima indagine Ivri-Ispo sulla percezione del rischio nei comuni

Italia Oggi
30 Settembre 2011
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Il 46% degli amministratori locali non ritiene il territorio da loro amministrato perfettamente sicuro. Anche se poi, a ben vedere, solo il 9% degli intervistati considera che esista un vero e proprio allarme sicurezza.
Se si analizzano poi le aree urbane a più alto rischio delle città, al vertice dei luoghi da frequentare con maggiore circospezione compaiono aree verdi, zone frequentate da ragazzi e bambini (scuole e parchi gioco) e stazioni sia ferroviarie sia dei pullman.
I dati emergono dalla prima indagine sulla percezione della sicurezza condotta dal neonato osservatorio Ivri-Ispo ed eseguita nel maggio 2011; la ricerca raccoglie la percezione di 118 amministratori locali di comuni non capoluogo appartenenti alle province di Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia.
Il sondaggio è solo una parte di un’indagine più completa, «Gli italiani tra senso di sicurezza e percezione del rischio», che ha visto coinvolti anche commercianti e capofamiglia, e i cui dati verranno aggiornati e divulgati due volte l’anno.
Appare poi abbastanza scontato, in momenti come quello in corso in cui la spesa pubblica deve necessariamente contrarsi, e lo fa anche riducendo il trasferimento di denaro da parte dello stato ai comuni, il grido dall’arme che arriva dai primi cittadini: se infatti per questi la sicurezza è uno dei temi prioritari nel 48% dei casi, i sindaci, per la tutela della popolazione, chiedono (64%) un maggior intervento di organico da parte delle Forze di pubblica sicurezza che oggi sono percepite come inadeguate.
E proprio per questo il 76% degli intervistati denuncia un insufficiente contributo da parte delle amministrazioni centrali e regionali.
Quale la cura? La quasi totalità dei sindaci (95%) ritiene utile un servizio di vigilanza.
In particolare si dice favorevole alla videosorveglianza delle zone più a rischio (85%), la maggiore vigilanza in occasione di eventi speciali (59%) e il 44% la vigilanza sia in piantonamento sia itinerante, da eseguire anche con auto e moto. Quest’ultimo punto è avvertito come fondamentale dagli amministratori pubblici di realtà superiori ai 5 mila abitanti.
Un dato interessante è poi rappresentato da quello che oggi si sta facendo: quasi un terzo dei comuni ha sperimentato con esiti positivi la collaborazione con aziende di sicurezza private per rafforzare il controllo del territorio e l’ordine pubblico. Italo Soncini, ad Gruppo Ivri, e promotore dell’osservatorio, ha messo in evidenza che «perché questa formula funzioni si deve provvedere a un approccio sistemico che renda il loro intervento integrato a quello delle forze dell’ordine».
Infine, se i primi cittadini ritengono insicuro il territorio amministrato (nel 46% dei casi), secondo Renato Mannheimer, «la situazione è ancora più preoccupante se si prendono in considerazione i capo famiglia, che considerano insicura nel 55% dei casi la propria abitazione, mentre è addirittura allarmante per i negozianti che nel 78% hanno paura quando sono sul posto di lavoro».

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