Sulle donne nel consiglio regionale pugliese, Nichi Vendola beffato due volte. Da partiti più maschilisti del suo che prima l’hanno messo alla berlina per la sua difesa delle donne non rispettata nelle urne. Poi lo hanno lasciato anche da solo nel pagare la multa, mentre tutti gli altri partiti, adesso pensano a una sanatoria. L’abbandono della regione Puglia da parte del governatore in caso di nuove elezioni politiche alimenta la speranza degli altri partiti pugliesi di potersi scansare le multe sulle quote rosa. In Puglia tra gli eletti, un genere non deve superare il 66,6% della rappresentanza che tradotto in numeri, significa che ci dovrebbero essere almeno 21 consiglieri in rosa. Di fatto su 70 eletti nel 2010, le donne sono solo tre. L’obiettivo è stato mancato praticamente da tutti i partiti e sono fioccate le multe, che vanno dai 1.000 euro dell’Idv ai 18.000 del Pdl, dai 15.000 dell’Udc ai 6.000 del Pd. Importi che in totale superano i 100mila euro e che dovrebbero servire per iniziative per favorire l’ingresso delle donne in politica. Vendola, dopo che qualcuno (sembra del Pd) aveva fatto notare proprio mentre si preparava alle primarie nazionali (che non ci sono state), che non aveva pagato la multa, a giugno si affrettò a versare i 4.000 euro di Sel. Dopo altri quattro mesi però, è rimasto l’unico ad aver pagato e Magda Terrevoli, la presidente della commissione pari opportunità ora denuncia che nessun’altro sta pagando. A guardare bene però, sembra che tutti gli altri partiti vogliano davvero risparmiare il piccolo obolo. È vero che in caso di mancato pagamento alla fine la somma dovrebbe essere decurtata dai rimborsi elettorali. Gira voce però che si potrebbe evitare preparando una sanatoria ad hoc. Soprattutto se davvero Vendola va via e ci saranno giorni di caos in attesa di nuove elezioni. Con il governatore beffato due volte, prima come esempio di mala politica rosa (anche se non è stato l’unico), per essere stato l’unico ad aver pagato.
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