L’uomo nuovo, il rottamatore della classe dirigente italiana rischia di finire metaforicamente sotto il pullman. Con un’improvvisa guerra del trasporto pubblico che sta scoppiando in questi giorni a Firenze e che per una volta vede il sindaco in una morsa strettissima. L’Ataf, la società dei trasporti di Firenze e dintorni che ha come socio di maggioranza all’82,16% il comune guidato da Renzi e le restanti quote divise tra i comuni di Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Fiesole, Impruneta, Scandicci, Sesto Fiorentino e Vaglia è stata sin dall’inizio del mandato il cruccio del sindaco. Che vuole farne una bandiera di efficienza e chiede sacrifici ai sindacati ai quali ha mandato a dire che «Ataf è la nostra Alitalia e per salvarla dobbiamo fare tutti uno sforzo, non fare i furbi». Loro però temono che la voglia snellire per poi privatizzarla e far cassa e da mesi con eclatanti iniziative pubbliche contro il sindaco. In questo contesto, la regione ha deciso di cambiare le regole del trasporto locale e bandire una gara europea gigante, per affidare l’intero trasporto locale della regione per nove anni a un unico operatore. Renzi due giorni fa ha aperto la guerra contro questa che vuole essere una iniziativa rivoluzionaria della giunta Rossi, dicendo in un’intervista a Repubblica che «se la Regione ha intenzione di fare la gara contro Firenze, come l’ha impostata l’assessore Ceccobao, noi non ci stiamo. Il disegno della gara non ci convince: Firenze è il punto d’arrivo di tutte le linee extraurbane, vogliamo ingolfare la città senza un disegno unitario? Se la Regione vuole discutere, noi ci siamo. Ad oggi la risposta di Ceccobao è insoddisfacente. E per questo non abbiamo dato la delega alla Regione, né intendiamo darla. Se questo comporterà una diminuzione del 20 per cento dei soldi per Ataf, integreremo noi. Ben sapendo che, senza Firenze, una gara regionale sarebbe difficilmente appetibile». Un vero e proprio atto di guerra visto che con questo atteggiamento di fatto boicotta mezza gara (dato che il trasporto fiorentino rappresenta il boccone più grosso e appetitoso). E allora di colpo sono partiti siluri che lo stanno mettendo in difficoltà. Prima ha attaccato l’assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao che a stretto giro ha replicato che «Palazzo Vecchio può anche decidere di non dare la delega comunale e quindi di non prendere parte alla gara ma in questo modo perde le risorse che, pur con i tagli inflitti dal governo, la Regione ha stanziato per il trasporto pubblico: ci perde circa 6 milioni». Facendo intravedere un danno ai cittadini, magari in costi dei biglietti o in taglio delle linee e quindi mettendogli subito contro i suoi fiorentini. Poi alla protesta si sono aggiunti anche tutti i comuni soci che detengono il 18% delle azioni e che lo accusano di aver fatto tutto da solo senza aver loro comunicato questa mossa e si preparano a ostacolarlo. E sembra che presto sarà il governatore Rossi ad assestargli il colpo finale sulla vicenda.
Renzi s’attacca al bus
Il sindaco stretto d’assedio dalla regione sul trasporto
Italia OggiL’uomo nuovo, il rottamatore della classe dirigente italiana rischia di finire metaforicamente sotto il pullman. Con un’improvvisa guerra del trasporto pubblico che sta scoppiando in questi giorni a Firenze e che per una volta vede il sindaco in una morsa strettissima. L’Ataf, la società dei trasporti di Firenze e dintorni che ha come socio di maggioranza all’82,16% il comune guidato da Renzi e le restanti quote divise tra i comuni di Bagno a Ripoli, Calenzano, Campi Bisenzio, Fiesole, Impruneta, Scandicci, Sesto Fiorentino e Vaglia è stata sin dall’inizio del mandato il cruccio del sindaco. Che vuole farne una bandiera di efficienza e chiede sacrifici ai sindacati ai quali ha mandato a dire che «Ataf è la nostra Alitalia e per salvarla dobbiamo fare tutti uno sforzo, non fare i furbi». Loro però temono che la voglia snellire per poi privatizzarla e far cassa e da mesi con eclatanti iniziative pubbliche contro il sindaco. In questo contesto, la regione ha deciso di cambiare le regole del trasporto locale e bandire una gara europea gigante, per affidare l’intero trasporto locale della regione per nove anni a un unico operatore. Renzi due giorni fa ha aperto la guerra contro questa che vuole essere una iniziativa rivoluzionaria della giunta Rossi, dicendo in un’intervista a Repubblica che «se la Regione ha intenzione di fare la gara contro Firenze, come l’ha impostata l’assessore Ceccobao, noi non ci stiamo. Il disegno della gara non ci convince: Firenze è il punto d’arrivo di tutte le linee extraurbane, vogliamo ingolfare la città senza un disegno unitario? Se la Regione vuole discutere, noi ci siamo. Ad oggi la risposta di Ceccobao è insoddisfacente. E per questo non abbiamo dato la delega alla Regione, né intendiamo darla. Se questo comporterà una diminuzione del 20 per cento dei soldi per Ataf, integreremo noi. Ben sapendo che, senza Firenze, una gara regionale sarebbe difficilmente appetibile». Un vero e proprio atto di guerra visto che con questo atteggiamento di fatto boicotta mezza gara (dato che il trasporto fiorentino rappresenta il boccone più grosso e appetitoso). E allora di colpo sono partiti siluri che lo stanno mettendo in difficoltà. Prima ha attaccato l’assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao che a stretto giro ha replicato che «Palazzo Vecchio può anche decidere di non dare la delega comunale e quindi di non prendere parte alla gara ma in questo modo perde le risorse che, pur con i tagli inflitti dal governo, la Regione ha stanziato per il trasporto pubblico: ci perde circa 6 milioni». Facendo intravedere un danno ai cittadini, magari in costi dei biglietti o in taglio delle linee e quindi mettendogli subito contro i suoi fiorentini. Poi alla protesta si sono aggiunti anche tutti i comuni soci che detengono il 18% delle azioni e che lo accusano di aver fatto tutto da solo senza aver loro comunicato questa mossa e si preparano a ostacolarlo. E sembra che presto sarà il governatore Rossi ad assestargli il colpo finale sulla vicenda.
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