ROMA – La prima sperimentazione a Isernia. Poi la rivoluzione verso la rete elettrica intelligente. Capace di far risparmiare i produttori, che potranno generare e distribuire l’elettricità in maniera più efficiente, ma anche i clienti finali, che avranno una parte del tornaconto grazie agli sconti nella bolletta. Le prime smart cities italiane? Genova e Bari tra qualche anno. In parallelo con i progetti che Enel sta portando avanti a Malaga con la controllata spagnola Endesa e a Buzios, in Brasile, grazie alla presenza di Enel in Sud America. Via intanto al grande laboratorio di Isernia. Si parte in questi giorni. Perno dell’operazione è un grande container come quelli che vengono trasportati nelle navi. Una super batteria da un megawatt. «Per la precisione un sistema di accumulo con grandi pile a ioni di litio, che faranno da cuscinetto tra le energie rinnovabili prodotte nella zona dagli imprenditori dell’elettricità verde ma anche dai cittadini che hanno sul tetto i pannelli solari» chiarisce Livio Gallo, direttore della divisione infrastrutture e reti dell’Enel. Isernia ha le caratteristiche ideali per la sperimentazione. Un buon tessuto industriale, ottima propensione all’innovazione, strutture urbanistiche favorevoli. Per partire ci vorranno 10-15 milioni di euro. Da reperire anche grazie ai finanziamenti che la Ue ha stanziato per aiutarci a implementare le reti intelligenti. «Il progetto che sta per partire è stato studiato anche con il contributo attivo dell’Autorità per l’energia, e favorisce intanto una piccola zona del Paese per mettere a punto soluzioni che saranno estese rapidamente a tutti» puntualizza Livio Gallo. La smart grid che sarà sperimentata a Isernia prevede sensori piazzati sul territorio per il monitoraggio dei flussi di rete legati ai bisogni locali e all’altalena della richiesta: illuminazione pubblica, i servizi di oggi ma anche quelli di domani come appunto la richiesta dalle colonnine di ricarica delle biciclette e delle auto elettriche che direttamente l’Enel comincerà a promuovere sul territorio. E che dire delle suggestioni, ma anche dei problemi, che verranno dallo scambio di elettricità in rete dei pannelli fotovoltaici o degli altri impianti di generazione personali che verranno parallelamente diffusi sul territorio? Bisognerà monitorare continuamente le condizioni in cui si trova colui che Livio Gallo chiama con indubbia efficacia «cliente attivo». E magari anche un po’ orgoglioso di fare da cavia.
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