Anche il presidente stabile del Consiglio dei governi, il belga Herman Van Rompuy e il numero uno della Commissione europea, il portoghese JosèManuel Barroso, che l’avevano ricevuta prima dell’inizio del summit a Bruxelles, sono rimasti soddisfatti.
Ma appena terminato L’Eurogruppo, alle quattro del mattino, vari leader hanno ricordato che ora diventa decisiva l’applicazione.
La Commissione europea è stata incaricata di monitorare il rispetto del pareggio di bilancio nel 2013 e delle alte scadenze sugli impegni presi, come i tagli alle pensioni, alla pubblica amministrazione e ai costi della politica, la vendita di beni pubblici, la possibilità di licenziare i dipendenti a tempo indeterminato o le liberalizzazioni delle professioni e dei servizi.
«Siamo soddisfatti-ha affermato sulla lettera dell’Italia il presidente francese Nicolas Sarkozy al termine della nottata di trattative -.
Barroso, Van Rompuy e Trichet sono soddisfatti degli impegni presi perché sono quello che serve.
Ora aspettiamo la loro realizzazione con il calendario previsto».
La cancelliera Angela Merkel è sulla stessa linea.
Barroso ha confermato: «Non bastano gli impegni, bisogna verificare che vengano effettivamente realizzati».
L’Eurogruppo ha specificato nelle conclusioni «l’apprezzamento » per il contenuto della lettera e di «presentare urgentemente un ambizioso calendario per queste riforme».
Del monitoraggio si occuperà il commissario per gli Affari economici, il finlandese Olli Rehn, appena nominato da Barroso «Mister euro» della Commissione, dopo l’analogo incarico assegnato a Van Rompuy nell’Eurogruppo dei capi di governo.
«Non potremo più tollerare che le regole non vengano applicate da qualcuno », ha promesso Rehn.
Dall’Eurogruppo sono trapelate alcune perplessità sui tempi di attuazione degli impegni.
Inquietano i problemi interni al governo e i contrasti con il ministro dell’Economia Giulio Tremonti.
Ma, soprattutto, preoccupano le tensioni sociali già provocate dall’annuncio della libertà di licenziare, dalla cassa integrazione per gli statali, dai tagli alle pensioni.
Berlusconi, uscendo dall’Eurogruppo, le ha considerate «gestibili» e non a rischio di provocare proteste come in Grecia.
Il premier ha sollecitato l’appoggio dell’opposizione.
Per ora ha ottenuto quello del presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, che ha giudicato la lettera «un passo nella giusta direzione» e ha annunciato che «spingerà con decisione » affinché le misure vengano attuate nei tempi previsti.
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