Nei giorni scorsi il Mef ha provveduto ad aggiornare i prospetti per il monitoraggio del Patto di stabilità interno delle regioni e delle province autonome. Le modifiche si sono rese necessarie a seguito dell’entrata in vigore di nuove norme che hanno ammesso ulteriori esclusioni di spesa già a valere sul Patto 2011. L’intervento più rilevante è quello previsto dall’art. 5-bis del dl 138/11, che ha introdotto la possibilità, per le regioni dell’obiettivo convergenza, di superare i limiti di spesa imposti dal Patto in relazione all’utilizzo delle risorse correlate alle politiche (nazionali ed europee) di coesione (si veda ItaliaOggi dell’8 settembre).
In pratica, in base a tale previsione, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia potrebbero escludere dal Patto i finanziamenti a valere sul Fas ed il cofinanziamento dei fondi strutturali europei.
La rigidità dei vincoli di finanza pubblica è stata spesso evocata come concausa delle pessime performance del mezzogiorno nella gestione delle risorse disponibili, con enormi ritardi nell’attuazione dei programmi. Il problema è che l’alleggerimento del Patto disposto a favore delle predette regioni dovrà essere compensato da un suo ulteriore irrigidimento a carico delle altre regioni, ovvero mediante un’ulteriore riduzione delle spese dei ministeri. Dovrebbe essere un decreto del Mef, da adottare d’intesa con la Conferenza stato-regioni, a stabilire l’entità della deroga e le modalità di distribuzione dei relativi maggiori oneri. Un’impresa tutt’altro che facile, anche perché le regioni del nord sono riuscite a far approvare in conferenza un ordine del giorno che chiede che sia solo lo stato a farsi carico della copertura finanziaria. Le altre modifiche riguardano, in primo luogo, il trasporto pubblico locale, con l’esclusione dal Patto delle spese a valere sul fondo da 400 milioni di euro previsto dall’art. 21, comma 3, del dl 98/2011. Fuori Patto, infine, le spese in conto capitale effettuate con i proventi della lotta all’evasione fiscale e le spese (correnti e in conto capitale) per fronteggiare le calamita naturali finanziate attraverso aumenti delle imposizioni tributarie regionali. Una previsione, quest’ultima, resa tristemente attuale dalla recente tragedia che ha colpito la Liguria.
Le risorse del Fas escluse dal Patto
Ma serve l’ok delle regioni del Nord
Italia Oggi
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