Il patto di stabilità 2012 di regioni ed enti locali rischia di diventare un oggetto misterioso. A un mese e mezzo dalla scadenza per la presentazione dei bilanci di previsione le autonomie non conoscono ancora le regole contabili da applicare l’anno prossimo. A rallentare la definizione della norma che avrebbe dovuto essere inserita prima nel testo del ddl stabilità e poi nel maxiemendamento del governo (ma fino a ora non ha trovato posto in nessuno dei due) non ci sono solo le tensioni all’interno della maggioranza ma anche i dubbi di Corte conti ed Eurostat (si veda ItaliaOggi del 19/10/2011) rispettivamente sul gettito della Robin Tax e sulla contabilizzazione dei trasferimenti. Qualcosa in più si saprà oggi quando il governo, come annunciato dal sottosegretario all’economia, Antonio Gentile, presenterà in commissione bilancio al senato «uno o più emendamenti» nei quali potrebbero trovare posto le norme attese da regioni, province e comuni. E una conferma è arrivata anche dal relatore al ddl Massimo Garavaglia (Lega), secondo cui oggi «sarà una giornata decisiva sotto questo aspetto». La norma «fantasma» sul Patto contiene le nuove percentuali da applicare per centrare gli obiettivi contabili nel 2012 e 2013. La base di riferimento sarà sempre la spesa corrente media 2006-2008 a cui i comuni con più di 5.000 abitanti dovranno applicare il 15,6% nel 2012 e il 15,4% nel 2013. Per le province l’asticella sarà un po’ più alta: 16,6% nel 2012 e 19,7% nel 2013. Dal 2013 debutteranno i piccoli comuni (15,4%).
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