Prende quota l’Ici progressiva

Anche le privatizzazioni tra i primi interventi – Tavolo su pensioni e lavoro – IL GIUDIZIO DI BANKITALIA – Marco Magnani, capo del servizio studi di struttura economica: «Riforme subito, quelle fatte in estate sono state deludenti»

Il Sole 24Ore
16 Novembre 2011
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Le priorità del nuovo Governo sono le riforme: dalle privatizzazioni alle liberalizzazioni, dal lavoro alle pensioni. Il premier in pectore Mario Monti lo ha ribadito alle forze politiche e sociali durante la due giorni di consultazioni prima di sciogliere la riserva. Ma il senatore a vita ha anche lasciato chiaramente intendere che occorre far subito fronte all’emergenza pareggio di bilancio, come chiede l’Europa, e alla crisi finanziaria. Anche per questo motivo il nuovo esecutivo, una volta insediato, dovrebbe optare per un un pacchetto di interventi anticrisi immediati di cui dovrebbe far parte un prelievo sui patrimoni immobiliari. Su questo fronte starebbe prendendo quota l’ipotesi di ricorrere a una sorta di Ici progressiva. Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ha fatto subito sapere che sarebbe preferibile non abbandonare strumenti già adottati dal governo Berlusconi, come ad esempio l’Imu. Alfano con tutto il Pdl ha ribadito che la bussola del nuovo governo deve rimanere quella scelta dal precedente esecutivo con gli impegni assunti con Bruxelles. Una richiesta che Monti dovrebbe accogliere andando però oltre il perimetro della missiva consegnata alla Ue attraverso una sorta di operazione in due tappe. Che comporterà sacrifici, su cui il premier incaricato riconosce alle parti sociali di aver offerto «disponibilità». A sollecitare riforme strutturali è anche la Banca d’Italia che con il capo del servizio studi di struttura economica, Marco Magnani avrebbe espresso un giudizio non positivo sulle ultime manovre estive definite «deludenti». In prima battuta il nuovo governo potrebbe optare per un decreto legge in cui inserire le misure urgenti per irrobustire l’impalcatura dei conti pubblici. Tra patrimoniale e Ici, alla fine, potrebbe spuntarla proprio il prelievo sulla casa, in misura strutturale e progressiva sulla base dell’entità del patrimonio. Misura da far viaggiare in parallelo a una possibile rivalutazione delle rendite catastali. Gli studi di fattibilità già sono pronti. Oltre al chiarimento inviato venerdì scorso da Tremonti con l’indicazione di un maggior gettito di 3,5 miliardi che potrebbe produrre il ritorno dell’Ici, ci sono le valutazioni finali del gruppo di lavoro per la riforma fiscale sulla razionalizzazione delle agevolazioni fiscali. L’applicazione dell’Ici sulla prima casa al valore catastale e non quello al valore di mercato erode gettito per ben 14 miliardi, cui si aggiungono gli oltre 11 miliardi per gli altri immobili. Con una rivalutazione dei valori catastali, che al Tesoro è già stata spinta fino al 150% rispetto al 5% attuale e fermo al 1996, si potrebbero recuperare risorse superiori ai 3,5 miliardi. Il tutto, così come chiedono i sostenitori della patrimoniale sugli immobili (altro non è che l’Ici), puntando a un prelievo progressivo, che sarà più pesante al crescere dell’entità del patrimonio immobiliare posseduto. Il ritorno dell’Ici o l’estensione dell’Imu (l’imposta federalista) alla prima casa dovrà ovviamente fare anche i conti con la decisione finale sul destino del federalismo fiscale. Ci potrebbe essere, poi, un nuovo interesse sulla tassazione dei redditi di capitale. E qui si potrebbe guardare all’Europa e alla tassazione sulle transazioni finanziarie. Nel menù delle opzioni d’urgenza potrebbe entrare anche un prelievo forzoso che però non trova ancora conferme. La spinta alla crescita dovrebbe arrivare, con la fase due, dalle riforme strutturali, in primis pensioni e mercato del lavoro sulle quali Monti punta a un confronto preventivo con le parti sociali. Sempre in chiave sviluppo dovrebbero collocarsi liberalizzazioni, privatizzazioni e dismissioni. Non mancherà un intervento per ridurre i costi organizzativi dello Stato utilizzando anche la spending review prevista dalla manovra di Ferragosto: creazione dell’ufficio provinciale unico, nascita del superInps, riordino delle agenzie fiscale e stretta sugli enti inutili.

 

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