Simulazioni, monito-raggi, calcoli. Nel Nord Ovest, i politici e i tecnici degli enti territo-riali sono al lavoro per cala-re la manovra Monti entro il perimetro dei propri conti, già critici per via delle due precedenti manovre estive del governo. In Liguria Per dire: a Genova il budget della spesa per il prossimo anno passa da 100 a 20 mi-lioni (-30 post Monti). Ma i margini per esercitare le le-ve concesse sono ridotti: l’addizionale comunale all’Irpef è già al 7 per mille (il tetto è l’8) con i redditi sotto i 10mila euro esenti, e l’Ici è già attestata al 7 per mille (l’aliquota ordinaria è ora al 7,6) per gli immobili diversi dalla prima casa (al 4 per mille). «Non arrive-ranno soldi freschi», stima Franco Miceli, assessore genovese al Bilancio. Anco-ra nessuna decisione, «salvo che andremo in esercizio provvisorio, con bilancio slittato al 31 gennaio. Per il resto, opzioni aperte. Il get-tito Ici per la prima casa nel 2008 era di 80 milioni, con 110 milioni dagli altri im-mobili. Applicando l’aliquo-ta del 7,6 per mille il gettito globale passerebbe a 270 milioni». A che punto fissa-re l’asticella delle esenzioni? I comuni liguri si interroga-no ma almeno una ventina ha già spinto al massimo l’addizionale Irpef: è all’8 per mille a Imperia, Alassio, Loano e in vari piccoli cen-tri dell’entroterra. Invece, il maggiore comune ligure dopo i quattro capoluoghi, Sanremo, ha introdotto l’ad-dizionale a giugno al 2 per mille; e così ha fatto uno sciame di centri come Ne, Isola del Cantone, Magliolo o, con esenzioni, Rocchetta Vara, Calice al Cornoviglio, Framura. Alla Spezia è al 6 per mille, Savona è da anni al 3,3, e incuba un possibile giro di vite. Sui contribuenti liguri pende anche la spada di Damocle della manovra regionale. In ballo, l’addi-zionale Irpef (oggi 0,90% fino a 30mila euro, 1,40% oltre, con ottomila contri-buenti esenti), che rincara con la manovra Monti (+0,33%), e sull’Irap, modu-lata in cinque aliquote oltre a quella ordinaria del 3,9 per cento. «Stiamo cercando di tenere l’assetto invariato – afferma l’assessore regio-nale al bilancio, Sergio Ros-setti – e l’anno prossimo vorremmo esentare i contri-buenti con redditi da 20 a 30mila euro». Il tentativo passa attraverso ulteriori risparmi in sanità e una con-testata operazione di cessio-ne di immobili. In Piemon-te Clima di interrogativi an-che in Piemonte. A Torino, se sulle aliquote Irpef è in corso un ragionamento per agganciarle agli scaglioni di reddito (a partire da una ali-quota percentuale per le fa-sce più deboli, cioè quelle oggi esenti fino agli 11mila euro, inferiore di almeno due decimi rispetto a quella attuale, fissa dal 2006 al 5 per mille) e arrivare così a incassare 10-15 milioni in più rispetto agli attuali 80, le perplessità più grosse ri-guardano la reintroduzione dell’Imu. Conti alla mano, rispetto alla vecchia Ici che prevedeva per le prime case il 5,25 per mille e 132 euro di detrazione, la nuova normativa al 4 per mille e 200 euro di detrazione (fino a 400 per chi ha figli) fa perdere al capoluogo pie-montese circa il 20% del gettito. «Rischiamo – spiega l’assessore al bilancio, Gianguido Passoni – di tra-sformarci in gabellieri per conto dello Stato, senza trarre vantaggi». Sul 2012, il comune prevede una maxi vendita di quote azionarie di alcune partecipate (Amiat, Gtt, Trm): un tesoretto che dovrebbe fruttare «circa 220 milioni – conferma Passoni – che si aggiungono a una quarantina in arrivo da nuo-ve cessioni immobiliari». Da febbraio, saranno inoltre ritoccate, sotto la Mole, le tariffe dei bus, con la corsa ordinaria che sale da 1 euro a 1,50. Sulle aliquote Irpef sono ancora fluide le posi-zioni dei Comuni. L’aliquo-ta per il 2012 è stata modi-ficata nell’arco di quest’anno da diversi comuni: per e-sempio è oggi al massimo (8 per mille) a Sciolze vici-no a Torino, o a Ternengo nel Biellese, mentre Leinì, nell’hinterland di Torino (5 per mille) ha deliberato in luglio di annullare l’aumen-to. Alpignano – uno dei rari casi in Italia – ha già in pas-sato differenziato le aliquote per scaglioni di reddito. E proprio sull’Irpef si interro-ga anche la Regione, che ha la ferma intenzione di non aumentare le tasse oltre ciò che è imposto dallo Stato. «Anche perché – spiega l’assessore al Bilancio, Gio-vanna Quaglia – sulle fasce medio-alte le aliquote sono già spinte al massimo, per via del piano di rientro sulla sanità, e toccherebbe agire sui redditi entro i 15mila euro». Né sull’Irap sono in calendario, per ora, aggravi. «Proprio sul bilancio di previsione 2012 – prosegue Quaglia – sarà presentato un emendamento che estenderà ai lavoratori sotto i 35 anni il raddoppio della deduzione Irap (da 15mila a 30mila euro) già previsto per i lavo-ratori oltre i 50anni. Una modifica per agevolare l’as-sunzione a tempo indeter-minato di nuova forza lavo-ro nelle imprese piemonte-si».
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