Non solo i taxi. Nonostante il lavoro di limatura del decreto sulle liberalizzazioni sia andato avanti fino a tarda sera, altri nodi sono destinati a essere sciolti solo questa mattina quando il testo approderà in Consiglio dei ministri per il via libera. Primi fra tutti quelli sulle tariffe minime dei professionisti e sulla separazione della rete del gas. Ancora ieri sera, poi, restava da chiarire il destino degli interventi sul settore postale così come quelli sulle concessioni balneari, scomparsi nell’ultima bozza del decreto dopo essere state inseriti in quelle precedenti. Novità in extremis non sono escluse per la “mission” dell’Authority delle reti e sull’acqua. Su quest’ultimo fronte il Governo è pronto a eliminare lo stop agli enti di diritto pubblico che gestiscono acquedotti e rete. L’Esecutivo dovrà poi fare i conti con lo sciopero di 10 giorni minacciato dai benzinai che accusano l’esecutivo di aver fatto retromarcia «capitolando davanti ai petrolieri». Al di là del casotaxisti, le matasse più intricate restano quelle dei capitoli professioni, Autorità reti e gas. Nel primo caso il Consiglio dei ministri dovrà decidere se abolire completamente le tariffe minime o se confermarle almeno come parametro per il giudice e la pubblica amministrazione. L’orientamento del Governo sembra restare quella di una cancellazione in toto, ma gli Ordini hanno continuato a spingere fino all’ultimo per mantenere il riferimento alle tariffe almeno per quel che riguarda i compensi collegati a commesse della pubblica amministrazione e per la liquidazione delle parcelle da parte del giudice. Anche sul versante energetico non è ancora chiaro se il Governo opterà per la separazione di Eni da Snam Rete gas o dall’intera Snam. Separazione che, in ogni caso, dovrebbe scattare con un Dpcm da emanare entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto sulle liberalizzazioni. Restano da calibrare anche il raggio d’azione e la “mission” della nuova Autorità per le reti, che sostituirà l’attuale Authority per l’energia e che dovrebbe essere competente sui trasporti (forse anche sui taxi). All’autorità dovrebbe eventualmente spettare anche il compito di proporre al Governo la separazione della rete ferroviaria. Fino a ieri restava però ancora da sciogliere il nodo della regolazione e della vigilanza sui concessionari autostradali, anche perché si è continuata a giocare una partita politica facendo leva sul decreto milleproroghe all’esame della Camera. Il Pd e una fetta consistente del Terzo polo hanno spinto per l’abolizione dell’Agenzia ministeriale chiamata a vigilare sul rispetto delle convenzioni autostradali e i relatori del “milleproroghe” a Montecitorio hanno presentato un emendamento in questa direzione. Per il ministro dello Sviluppo e delle Infrastrutture, Corrado Passera, la soluzione migliore è però sempre stata quella della coesistenza fra le competenze dell’Autorità e quelle dell’Agenzia ministeriale. Per una partita ancora aperta ce n’è un’altra chiusa, almeno apparentemente: è quella sulle settore postale e le concessioni a gara per le spiagge. Le misure che erano state inserite nei testi preparati dai tecnici del Governo nei giorni scorsi sono scomparse dall’ultima bozza. Bisogna ora vedere se ci sarà un ulteriore ripensamento. Proprio in relazione ai vari testi che si sono susseguiti, il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha tenuto a sottolineare che sono prive di fondamento le voci sull’inserimento nel decreto delle trivellazioni in mare per ricerche petrolifere. Le tensioni però non mancano, così come sul terreno “sanitario” dove non sono del tutto escluse novità in extremis sull’ipotizzato aumento effettivo del numero delle farmacie e sulla sollecitazione all’aumento delle vendite dei farmaci generici. Un pacchetto di misure che, per opposte ragioni, ha lasciato scontenti tutti gli operatori del settore: farmacie, parafarmacie e grande distribuzione.
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