Utility, entro marzo il decreto con le istruzioni per gli enti

Italia Oggi
26 Gennaio 2012
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Arriverà entro marzo il decreto ministeriale che fisserà criteri e modalità per l’effettuazione della verifica di mercato necessaria ad attribuire diritti di privativa nei servizi pubblici locali. Il decreto legge sulle liberalizzazioni (dl n.1/2012) subordina infatti all’adozione di una delibera quadro da parte degli enti locali, su cui l’Antitrust dovrà obbligatoriamente pronunciarsi in senso favorevole, la possibilità di sottrarre le utility alla concorrenza.
E il ministero degli affari regionali, Piero Gnudi, è già al lavoro per mettere al più presto i comuni nelle condizioni di scegliere. Il ministro lo ha annunciato ieri parlando in audizione davanti alla commissione affari costituzionali della Camera. Gnudi ha dedicato larga parte del suo intervento alle norme sui servizi pubblici contenute nel decreto. A testimonianza dell’attenzione con cui il governo Monti guarda al settore in funzione concorrenziale. I servizi pubblici locali, ha ricordato Gnudi, danno lavoro a 137 mila persone, producendo un fatturato di 35 miliardi di euro che ha un’incidenza del 3% circa sul Pil. Per questo l’apertura delle utility al mercato potrà rivelarsi fondamentale per ridurre i costi sui cittadini e migliorare la qualità dei servizi.
«Per far sì che la concorrenza produca i massimi benefici abbiamo introdotto un meccanismo che richiama la logica del price cap. Abbiamo previsto, infatti, che in sede di gara le offerte debbano specificare la misura in cui le economie di gestione siano destinate alla riduzione delle tariffe praticate e al finanziamento di processi di riorganizzazione aziendale. In questo modo, senza aggravi per i cittadini e per i conti pubblici, si renderanno disponibili risorse per migliorare la qualità stessa dei servizi», ha spiegato il ministro.
Gnudi ha anche annunciato di voler ridurre al minimo il contenzioso stato-regioni davanti alla Corte costituzionale. «Conferirò ulteriore impulso all’attività di concertazione tra stato e regioni al fine di portare a soluzione, quando possibile, le impugnative pendenti».
E sulla tabella di marcia della Commissione paritetica da lui presieduta e appena insediata in via della Stamperia, il ministro ha promesso che entro 90 giorni verrà elaborata:
– una proposta di riordino istituzionale, il più possibile condivisa, per ridurre organi e costi e sopprimere le duplicazioni di funzioni;
– una analisi dei costi di tutte le istituzioni per ridurre la spesa pubblica;
– una proposta di revisione delle regole del Patto di stabilità interno.

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